La Nuova Sardegna

Un angolo di Sardegna nella Milano da bere, Pietro Paolo Virdis: «Sono un uomo fortunato»

Un angolo di Sardegna nella Milano da bere, Pietro Paolo Virdis: «Sono un uomo fortunato»

Le vacanze isolane del re del gol made in Sardinia

12 settembre 2020
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Prima di immergersi nelle acque cristalline di Noesala, marina di Tresnuraghes, per uno degli ultimi bagni di stagione, Pietro Paolo Virdis si ritaglia qualche minuto di tempo per parlare di sè, tra ricordi del passato e vicende del presente. Lo fa con lo stesso stile, essenziale e senza fronzoli, che l'hanno portato a conquistare la classifica dei cannonieri nel campionato 1986-87 di serie A, davanti a campioni del calibro di Vialli, Altobelli, Maradona e Diaz; e ad affermarsi come uno degli interpreti più incisivi del Milan più forte di sempre, quello targato Sacchi e Berlusconi.

Da allora è trascorso oltre un trentennio ma il bomber di Sindia, da tempo lontano dai riflettori del calcio patinato dopo alcune esperienze da allenatore, non mostra alcun rimpianto: «Come potrei? Mi considero fortunato giacchè, in momenti diversi, ho potuto svolgere due attività bellissime, che corrispondono a due grandi passioni: il calciatore professionista e il ristoratore».

Ed è nel parlare del "Gusto di Virdis", il locale aperto a Milano nel 2003 con la moglie Claudia, che emerge chiaro il legame con la Sardegna: «Gran parte dei nostri prodotti, cibo e vino, arriva dall'isola ed è sarda l'impronta che abbiamo voluto dare al locale creando un ambiente intimo e familiare, che viene molto apprezzato dai clienti. Monitoriamo costantemente il mercato isolano alla ricerca di prodotti che sposino tradizione ed innovazione, puntando molto sulla qualità. Il prodotto più richiesto è senza dubbio la bottarga». Le difficoltà dei mesi scorsi, nella città simbolo della regione italiana più colpita dalla pandemia, si sono fatte sentire in maniera pesante: «La crisi è stata notevole ma nonostante tutto, e pur avendone avuto la possibilità, abbiano preferito non fare consegne a domicilio per non intaccare l'essenza dei sapori utilizzando il cartone o la plastica. Le uniche eccezioni sono state le bottiglie di vino, i vasetti e altri prodotti già confezionati. Nelle ultime settimane abbiamo cercato di ripartire a pieno ritmo».

Niente di meglio nel frattempo, per ricaricare le pile, che tuffarsi per qualche settimana nella tranquillità delle coste planargesi, da sempre meta della sue vacanze: «La Sardegna mi manca molto, ammetto di averne nostalgia. Quando avevo 7 anni, la mia famiglia si è trasferita da Sindia a Cagliari; a 20 anni, all'epoca del trasferimento alla Juventus, me ne sono allontanato definitivamente. Ma appena ho la possibilità ci faccio una capatina, anche per pochi giorni. Trovo che la nostra isola sia bellissima, molto migliorata, al passo con i tempi. E che custodisca una vera e propria perla: Cagliari. Una città splendida, davvero a misura d'uomo». E nel cinquantennio della conquista dello scudetto da parte di Riva "Rombo di Tuono" e degli altri cuori rossoblù, celebrati in un bel libro di Luca Telese, ricorda: «Andavo a vedere le partite all'Amsicora in compagnia di mio padre. Il giorno dello scudetto ho partecipato all'invasione di campo insieme agli altri tifosi. Una gioia incredibile, un intero popolo in festa». Quindici anni dopo, Pietro Paolo Virdis da Sindia sarebbe stato al vertice del calcio italiano. Con l'unica pecca di non aver mai giocato in nazionale maggiore. Ma con la certezza di essere rimasto nel cuore dei tifosi.

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