La Nuova Sardegna

Nel mare di Villasimius il primo gattuccio di mare mutante

Nel mare di Villasimius il primo gattuccio di mare mutante

L'esemplare, di 30 centimetri, è stato pescato nel luglio del 2019

15 settembre 2020
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CAGLIARI. A Villasimius, nel Sud Sardegna, il primo rinvenimento al mondo del gattuccio mutante. Malformato, senza pelle né denti. Eppure, in buona salute. Un esemplare di circa 30 centimetri catturato nel luglio del 2019 da un peschereccio a 500 metri di profondità a Capo Carbonara è al centro delle ricerche del gruppo di biologi guidato da Maria Cristina Follesa, del dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università di Cagliari.

Titolato «Living naked: first case of lack of skin-related structures in an elasmobranch, the blackmouth catshark», lo studio dei ricercatori cagliaritani è stato pubblicato sul Journal of Fish Biology e la notizia del ritrovamento è stata ripresa da prestigiose riviste scientifiche e testate giornalistiche internazionali. Le indagini scientifiche proseguono e si cerca soprattutto di rispondere a una domanda: la mutazione del gattuccio è naturale o indotta dalle variazioni delle condizioni ambientali?.

«Il rinvenimento di un elasmobranco privo di strutture legate alla pelle, quali epidermide, parte del derma, denticoli dermici e denti, è il primo al mondo - spiega Antonello Mulas, biologo marino del gruppo di Follesa - e presenta malformazioni che avrebbero dovuto portare l'animale alla morte in breve tempo dopo la nascita. Ma, dalle nostre analisi, è emerso come fosse ben sviluppato e, tutto sommato, in buona salute: un aspetto sorprendente».

I ricercatori si interrogano ora su più fronti e sono due i principali quesiti: «Il primo - spiegano - riguarda le cause della malformazione. Il secondo, altrettanto affascinante, si focalizza su come questo esemplare abbia potuto sopravvivere. Le risposte al primo quesito potrebbero essere molteplici e spaziano da una mutazione naturale all'effetto teratogeno di inquinanti. La seconda ipotesi presuppone che l'unico strato di derma rimanente abbia subito delle modificazioni tali che, in qualche modo, abbia sostituito le strutture assenti contribuendo a proteggere l'animale dall'ambiente esterno». (ANSA).

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