La Nuova Sardegna

Il Sardinia Radio Telescope 

Dall’isola un occhio sul cosmo

Dall’isola un occhio sul cosmo

Il 15 settembre è morto all’età di 67 anni l’astrofisico Nicolò (Nichi) D’Amico. Studioso dei fenomeni più violenti dell’universo, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica, che guidava dal...

27 settembre 2020
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Il 15 settembre è morto all’età di 67 anni l’astrofisico Nicolò (Nichi) D’Amico. Studioso dei fenomeni più violenti dell’universo, presidente dell’Istituto nazionale di astrofisica, che guidava dal 2015. Una personalità a cui il mondo scientifico della Sardegna deve molto perché D’Amico è stato il padre del radiotelescopio Sardinia Radio Telescope (Srt) che sorge nel territorio del comune di San Basilio. La sua morte, improvvisa e prematura, lascia un vuoto nella ricerca astrofisica italiana.

Il padre del Srt

Silvia Casu, responsabile della divulgazione dell’Inaf di Cagliari, lo ricorda così: «Quello che ci mancherà di Nichi è la sua visione del futuro e la fiducia che fosse possibile realizzare sogni anche molto grandi. Aveva capito che la scienza senza divulgazione non era completa e ha lavorato, sia da direttore dell’Osservatorio sia da presidente dell’Inaf, perché la comunicazione diventasse una pratica quotidiana da affiancare al nostro lavoro di ricerca». Nato a Palermo il 28 giugno 1953, sposato e con una figlia, D’ Amico ha contribuito soprattutto agli studi di radioastronomia e dell’astrofisica delle alte energie e aveva voluto la realizzazione di uno dei più straordinari strumenti per la comprensione del cosmo.

Come funziona

«Il Sardinia Radio Telescope rappresenta uno degli strumenti più avanzati in assoluto a livello mondiale per la ricerca radio-astronomica – spiega Emilio Molinari, direttore dell’Inaf-Osservatorio Astronomico di Cagliari –. Ora possiamo ammirarlo facilmente, lo vediamo in tv, fa ormai parte del “panorama” e dell’immaginario dei sardi, è un motivo di vanto. Tuttavia, averlo pensato e costruito qui in Sardegna non è qualcosa di scontato. C’è voluto molto lavoro, sia a livello tecnico-scientifico che politico, e quel lavoro, pur distribuito in un team fatto di persone eccezionali provenienti da tutto l’Inaf, è stato coordinato, praticamente dall’inizio alla fine, da Nichi D’Amico. Srt è un po’ la sua “creatura” ed è l’eredità, che più concreta non si può, che lascia al nostro istituto, alla Sardegna e all’intera nazione, visto che Srt ci ha portato in pochi anni ai vertici mondiali della ricerca astronomica». Ma cos’è un radiotelescopio? In pratica una grande parabola analoga a quelle televisive satellitari con la differenza che le onde radio che riceve provengono da oggetti lontani come stelle e galassie. Ciò significa poter vedere dettagli non osservabili attraverso la luce visibile. Srt può osservare in un ampio intervallo di frequenze radio grazie alla presenza di diversi ricevitori che possono essere scambiati velocemente in modo automatico. La parabola, di 64 metri di diametro, è composta di oltre mille pannelli di alluminio in grado di muoversi autonomamente adattando così l’antenna alle diverse posizioni focali dei ricevitori e correggendo le deformazioni dovute alla temperatura e al peso della struttura stessa.

Civiltà aliene

Il radiotelescopio di San Basilio è in grado di osservare oggetti celesti come pulsar, stelle di neutroni, nebulose planetarie, galassie e loro ammassi, magnetismo extragalattico, regioni di formazione stellare, buchi neri e altro. L’osservazione può essere singola o in rete con altre antenne. L’interferometria a larghissima base (VLBI, Very Long Baseline Interferometry) è una tecnica di osservazione condivisa tra antenne che simulano un unico telescopio e può essere usata anche per misurare i movimenti della terra (geodesia). L’osservazione del cielo non è sempre rivolta ad oggetti naturali. L’osservatorio sardo sarà presto coinvolto nel progetto Seti (Search for Extra Terrestrial Intelligence), ovvero l'ascolto di eventuali segnali di tipo non naturale provenienti da altre civiltà, verosimilmente provenienti da qualcuno dei quasi quattromila esopianeti scoperti dal 1995 ad oggi. Uno strumento sofisticato e affascinante nelle mani di equipe di scienziati alla ricerca delle risposte sulla natura dell’universo. Ma non solo esplorazione del cosmo, attraverso le continua ricerca la radioastronomia è in grado di migliorare anche la vita quotidiana di tutti.



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