La Nuova Sardegna

“Nel tempo di mezzo”, la forza della memoria

“Nel tempo di mezzo”, la forza della memoria

Venerdì 2 ottobre a inaugurare in edicola una collana di dieci romanzi  sarà il secondo volume della trilogia di Fois dedicata alla saga dei Chironi 

27 settembre 2020
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La collana “Scrittori di Sardegna” torna in edicola con una nuova serie. Si comincia con il romanzo “Nel tempo di mezzo” di Marcello Fois, secondo titolo – dopo “Stirpe” e prima di “Luce perfetta” – della saga che lo scrittore ha dedicato alla famiglia nuorese dei Chironi (in vendita in edicola da venerdì 2 ottobre a 7,50 euro oltre il prezzo del quotidiano).

La storia comincia con l’arrivo in Sardegna, nell’ottobre del 1943, di Vincenzo Chironi, trentenne nato in Friuli e vissuto in un orfanotrofio di quella regione fino all’età adulta. Chironi è alla ricerca delle sue origini e forse di un posto nel mondo. In tasca ha la lettera di un notaio che certifica l’identità di suo padre, un soldato sardo che, prima di perire in guerra sul Carso, ebbe una relazione con sua madre (morta quando il protagonista era in fasce e per questo finito in un istituto). A Nuoro, Vincenzo troverà il nonno e la zia e comincerà una vita che confermerà la sorte tragica della famiglia Chironi, da sempre obbligata, per dirla con Fois, a «soffrire nell’abbondanza».

Nel romanzo di Fois le vicende umane si succedono al pari delle stagioni e attraversano molteplici “tempi di mezzo” con un passato che storce il naso davanti alla modernità che apre la strada al futuro e costringe gli umani a un faticoso tiro alla fune. E così, a piccoli passi, si prosegue tra matrimoni, nascite e morti fino a giungere alla fine degli anni Settanta del ventesimo secolo.

La natura, magistralmente dipinta dalla prosa impeccabile di Fois, accompagna il lungo percorso dei protagonisti manifestandosi con tutta la sua potenza nel bene come nel male, nelle splendide descrizioni della vegetazione autoctona, come in quelle delle calamità che aggrediscono l’isola, dalle cavallette fino alla malaria. In ogni pagina il lettore sa perfettamente in che ambiente si trova perché di quell’ambiente percepisce in modo nitido i colori, i rumori, i silenzi. Così chi legge si sente soffocare mentre Vincenzo raggiunge uno spazio in cui «i graniti riverberavano il calore dell’estate appena morta. Come grosse spugne quelle rocce s’erano abbeverate di sabbia e salsedine e ora ne esalavano il fiato putrido»; e allo stesso modo gode quando Vincenzo si lascia cadere sulla sabbia e «intorno a lui la primavera canta una canzone verde smeraldo».

“Nel tempo di mezzo” i personaggi sono rudi e spinosi come i rovi tra cui crescono. I sentimenti si raccontano con il pudore della gente di campagna, sempre in sordina, vigilati speciali che avrebbero tanto da dire ma che si esprimono soltanto con gli occhi. I Chironi si costruiscono una loro fiera identità, mettendo in piedi un impero che sembra sempre debba sfuggirgli tra le mani nel trascorrere delle generazioni, nel succedersi degli avvenimenti, nel procedere della storia tra guerre, ricostruzione, boom economico. Nella parte finale del romanzo si parte dall’ultimo scorcio degli anni Settanta tra i segni del terrorismo e si arriva fino a Mani pulite e oltre, sino alla Seconda Repubblica, tra degrado morale, soldi sporchi, finanze e politica spregiudicata.

I temi di tutti e tre i titoli della trilogia di Fois sono il silenzio, il vuoto, e soprattutto la memoria, il cercar di testimoniare e di ricordare a sé e agli altri. Soltanto così si può riempire il senso di vuoto esistenziale, dare continuità e chiudere il cerchio: «Mantenere viva la fiamma è meglio che essere costretti ad adorare le ceneri». Il silenzio, le parole non dette, il pensare cose che non si riescono o non si vogliono esprimere, evitare confronto e verità che pure si intuiscono o si sanno, dà l’illusione di far andare avanti comunque le cose, costi quel che costi. Ma pian piano la verità come un tarlo sbriciola i rapporti con gli altri e con se stessi. E arriva la resa dei conti. (red.c.)

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