La Nuova Sardegna

I mille volti di una città, obiettivo su Porto Torres

Alessandro Marongiu
I mille volti di una città, obiettivo su Porto Torres

Due appuntamenti organizzati dal collettivo Paesaggio a Nord Ovest Un libro e una mostra fotografica sui mutamenti dell’area urbana

23 ottobre 2020
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Due appuntamenti del massimo interesse con la fotografia e i mutamenti del paesaggio, oggi a Porto Torres, entrambi a firma del collettivo Paesaggio a Nord-Ovest: alle 17, nella sede dell’Ente Parco Nazionale dell’Asinara in via Ponte Romano 81, Roberto Deaddis, Fabio Piccioni e Marcello Seddaiu presenteranno il libro “Porto Torres. Approdi, limiti, città”, e alle 18.30, questa volta nella sala conferenze del Museo del Porto, con ingresso da via Azuni, inaugureranno la relativa e omonima mostra, che resterà aperta al pubblico ancora domani e domenica. Tanto il volume quanto la mostra nascono dalla volontà di raccontare per immagini un’area e un centro abitato che nei secoli sono andati incontro a cambiamenti profondi e talvolta non poco travagliati, ma che hanno sempre rappresentato un punto d’incontro tra popoli, culture e maestranze anche estremamente differenti tra loro. E poiché quello che si è venuto a creare è, come scrive il collettivo per introdurre il progetto, un quadro variegato e multiforme, ognuno dei tre membri si è occupato di un diverso ambito paesaggistico della città. Ci dice Roberto Deaddis: «“Limiti” è un’analisi personale sui confini di Porto Torres. Mi sono concentrato principalmente sul mare, prima fonte di sostentamento e ancora oggi cardine strategico per lo sviluppo urbano, e sulla campagna, risorsa antica e quasi dimenticata. Le foto sono state realizzate nelle ore del crepuscolo, quando i profili della città sono avvolti da una luce e da un silenzio a mio vedere complice per una riflessione carica di memorie e speranze». Quel polo industriale che negli scatti di Deaddis, pur con il suo ingombrante peso, resta sullo sfondo, è stato invece il soggetto prediletto di Fabio Piccioni: «Ho iniziato a fotografarlo circa diciassette anni fa. Da allora diverse cose sono cambiate. L’ombra dell’abbandono sembra voler oscurare questa zona ormai silenziosa ai margini della città, e in cui è però in atto un’incessante crescita della natura che riprende tutto il suo spazio. Nel corso della mostra esporrò una piccola porzione della mia lunga ricerca, dedicata ad alcuni elementi che non esistono più o che, probabilmente, a breve non esisteranno più. L’Alba Cementi, per esempio. Una parte della città sta scomparendo sotto i nostri occhi, giorno dopo giorno. Spazi come questi sono importanti, se valorizzati». Infine Marcello Seddaiu, che ha incentrato il suo lavoro “Porto sepolto” su «un luogo cruciale: la foce del Rio Mannu. Secondo le più recenti scoperte archeologiche, è infatti qui che avrebbe avuto origine la futura colonia romana di Turris Libisonis. Oggi il fiume rappresenta la linea di demarcazione tra le due città nella quale Porto Torres è divisa: quella storica e residenziale a est, e quella moderna, dell’area industriale, a ovest. Ho puntato il mio obiettivo sugli elaborati intrecci di architetture evidenziando una stratificazione confusa che ha segnato in maniera definitiva un paesaggio un tempo centrale ma attualmente sub-urbano». La presentazione del volume sarà accessibile a un numero limitato di partecipanti: ci si può prenotare al numero 3283692798 (sms o whatsapp) o all’indirizzo paesaggioanordovest@gmail.com.

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