La Nuova Sardegna

Iosonouncane riparte da “Novembre”

di Andrea Musio
Iosonouncane riparte da “Novembre”

Il cantautore di Buggerru entra nella scuderia della rinata casa discografica Numero Uno fondata da Mogol

20 novembre 2020
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Dopo aver riscritto le nuove linee guida del cantautorato italiano, cinque anni fa con l’album “Die”, Iosonouncane, all’anagrafe Jacopo Incani, di Bugerru, è tornato nel mercato discografico con un singolo digitale (con tanto di lato B virtuale). “Novembre” è il titolo del brano in rotazione da ieri nelle radio di tutta Italia. Atteso dai media e bramato dai fan, con questa pubblicazione il cantautore sardo trapiantato a Bologna ha sancito l’ingresso in scuderia per la rinascita della mitica etichetta discografica di Mogol, la Numero Uno (sotto l’egida della Sony Music) presentata qualche giorno fa dalla “talent scout” Mara Maionchi in una conferenza stampa online durante la Milano Music Week insieme allo stesso Mogol, al leader e fondatore della Pfm, Franz di Cioccio e ad alcuni dirigenti italiani della Sony Music.

Ad accompagnare l’uscita del brano inedito, dopo cinque anni, una cover di un classico di Luigi Tenco, la celeberrima “Vedrai vedrai” naturalmente secondo la chiave di lettura di Iosonouncane. Due brani le cui sonorità richiamano fortemente quelle degli anni Sessanta, tradite solo dalla presenza dell’elettronica, con campionatori e sintetizzatori, presenti quanto basta per non snaturare il sound e dargli quel tocco di modernità che rendono le sue composizioni riconoscibili e originali.

Cinque anni in cui si è dedicato alla composizione del nuovo album intitolato “Ira” annunciato la scorsa primavera ma la cui pubblicazione è slittata al 2021 a causa della pandemia e l’impossibilità di supportare l’uscita del disco con un tour nelle principali città italiane. Anni in cui ha scritto e prodotto colonne sonore (“Follow The Paintings”, “Marghe e Giulia - Crescere in diretta”, “Lodi - primo soccorso”), realizzato sonorizzazioni (su tutte quella per l’opera “Locus” di Edoardo Tresoldi), lavorato come produttore in studio (Colapesce, Dino Fumaretto) o realizzato collaborazioni con altri musicisti (Paolo Angeli, Colombre, Gianni Maroccolo, Matteo Fiorino, Arto, Verdena).

«Passare da una etichetta indipendente a una major per me non cambia molto – ha spiegato l’artista sardo durante la conferenza stampa –. C’è un accordo limpidissimo con la casa discografica, nessun tipo di pressione. Posso comporre e produrre quello che voglio e a loro va bene quello che faccio. La Numero Uno è un richiamo ai dischi di Battisti, il musicista in Italia che per eccellenza rappresenta un’idea di percorso possibile, ha cercato, di disco in disco, di cambiare linguaggio, sperimentando e toccando lidi anche pericolosi per la sua fama nazional-popolare, sarebbe bene ereditarne l’attitudine».

La Numero Uno, fondata nel 1969 e dismessa nel 1998, riparte oggi e celebra la propria storia e si proietta nel futuro, tornando ora sul mercato discografico italiano con nuovi nomi e nuove pubblicazioni: una rinnovata fucina di talenti, all’insegna dei denominatori comuni, oggi come allora, di avanguardia, innovazione e ricercatezza.

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