la rivista “Africa e mediterraneo”
Da Roma al Tigray tra memoria e nuove guerre
SASSARI. “Africa e Mediterraneo”, la rivista da cui è tratto il pezzo di Sante Maurizi che pubblichiamo in questa pagina, è una rivista semestrale, diretta da Sandra Federici, che dal 1992 presenta...
05 gennaio 2021
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SASSARI. “Africa e Mediterraneo”, la rivista da cui è tratto il pezzo di Sante Maurizi che pubblichiamo in questa pagina, è una rivista semestrale, diretta da Sandra Federici, che dal 1992 presenta dossier su cultura e società dei paesi africani, dedicando particolare attenzione ai fenomeni migratori.
“Corno d’Africa: prospettive e relazioni” è il titolo del numero di dicembre 2020, dedicato all’approfondimento di vari aspetti di quest’area che l’attuale conflitto nella regione etiopica del Tigray sta mettendo a forte rischio d’instabilità. Come scrivono Romano Prodi e Stefano Manservisi nell'editoriale, «la situazione attuale dovrebbe creare l’occasione non solo per una rinnovata, coraggiosa iniziativa politica, ma anche, e forse soprattutto, per una forte presa di coscienza». «La rivista “Africa e Mediterraneo” – spiegano Prodi e Manservisi – ha rilevato negli scorsi tre decenni l’amnesia coltivata nel dopoguerra, come se l’Italia non fosse stata parte attiva del brutale colonialismo europeo in Africa. Infatti, studi storici e specialistici non mancano, ma poca memoria è stata coltivata, tramandata, sviluppata nell’immaginario e nell’opinione pubblica. A scuola, la questione coloniale italiana non si studia. È utile e necessario riprendere il filo anche da un punto di vista italiano».
Il Tigray, nel nord dell’Etiopia, è squassato dal conflitto tra governo centrale e ribelli indipendentisti. Intere aree si trovano senza elettricità e collegamenti telefonici e desta preoccupazione la situazione nei campi profughi. La situazione è drammatica, scarseggiano cibo e acqua. Una vera e propria emergenza umanitaria.
“Corno d’Africa: prospettive e relazioni” è il titolo del numero di dicembre 2020, dedicato all’approfondimento di vari aspetti di quest’area che l’attuale conflitto nella regione etiopica del Tigray sta mettendo a forte rischio d’instabilità. Come scrivono Romano Prodi e Stefano Manservisi nell'editoriale, «la situazione attuale dovrebbe creare l’occasione non solo per una rinnovata, coraggiosa iniziativa politica, ma anche, e forse soprattutto, per una forte presa di coscienza». «La rivista “Africa e Mediterraneo” – spiegano Prodi e Manservisi – ha rilevato negli scorsi tre decenni l’amnesia coltivata nel dopoguerra, come se l’Italia non fosse stata parte attiva del brutale colonialismo europeo in Africa. Infatti, studi storici e specialistici non mancano, ma poca memoria è stata coltivata, tramandata, sviluppata nell’immaginario e nell’opinione pubblica. A scuola, la questione coloniale italiana non si studia. È utile e necessario riprendere il filo anche da un punto di vista italiano».
Il Tigray, nel nord dell’Etiopia, è squassato dal conflitto tra governo centrale e ribelli indipendentisti. Intere aree si trovano senza elettricità e collegamenti telefonici e desta preoccupazione la situazione nei campi profughi. La situazione è drammatica, scarseggiano cibo e acqua. Una vera e propria emergenza umanitaria.
