La Nuova Sardegna

Un nuraghe contro la febbre mortale

Un nuraghe contro la febbre mortale

Taniella Pistiddu a Felle Tamale formano una coppia simbiotica. Poi un giorno il mondo finisce davvero, per una pestilenza. È la Cajentura, una febbre mortale che si diffonde preceduta da una...

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Taniella Pistiddu a Felle Tamale formano una coppia simbiotica. Poi un giorno il mondo finisce davvero, per una pestilenza. È la Cajentura, una febbre mortale che si diffonde preceduta da una pervadente nebbia gialla, e annunciata a Felle da un sogno premonitore dove uno scorpione gli punge ripetutamente le carni. La gente inizia a morire e cade in preda al terrore. Allora Felle e Taniella si rifugiano in un nuraghe decidono di tenersi vivi inventandosi storie. Niffoi incanta con un racconto impregnato di fiabesco, sacro e profano, una giostra allucinata e visionaria da cui il lettore non vuole più scendere.

Salvatore Niffoi è nato a Orani nel 1950. Ha esordito nel 1997 stampando in proprio il romanzo Collodoro e da allora è un autore molto prolifico. Con “ La leggenda di Redenta Tiria” nel 2005 si afferma fra i maggiori scrittori italiani e grazie a “ La vedova scalza” (Adelphi) nel 2006 si è aggiudicato il Premio Campiello. L’ultimo lavoro prima del “Sogno dello scorpione” è stato “ Le donne di Orolé” pubblicato da Feltrinelli nel 2020.

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