La Nuova Sardegna

Bela, padel star: «Devo tutto alla mia famiglia»

Ventuno mesi di imbattibilità, 22 tornei consecutivi vinti, 170 finali su 190 da trionfatore, per quasi diciassette anni numero uno al mondo. Una macchina da sport incredibile: Fernando Belasteguin,...

19 luglio 2021
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Ventuno mesi di imbattibilità, 22 tornei consecutivi vinti, 170 finali su 190 da trionfatore, per quasi diciassette anni numero uno al mondo. Una macchina da sport incredibile: Fernando Belasteguin, ovvero il padel. “El rey Bela”, argentino di Pehuajo, provincia di Buenos Aires, ha 42 anni e una promessa: «Le prossime tre stagioni saranno le migliori della mia carriera». Un occhio alle due figlie, con il maschio di casa che lo segue come un ombra, Fernando si gode le vacanze al Forte Village. Testimonial del Mini summer cup padel 2021, star tra le star. Il profilo sorprende. L’uomo batte, e per distacco, il fenomeno. «Quando smetterò chiederò scusa alla mia famiglia per averli trascurati. All’inizio per poter fare i tornei e pagarmi da mangiare e dormire, giocavo e vendevo racchette. Devo ringraziare mio padre e mia madre, impiegato in banca e insegnante, per essermi stati vicino». Pausa. La leggenda che dal 2001 ha messo in fila tutti in coppia con Juan Martin Diaz, cita Johan Crujiff: «Mi diceva che bisogna proteggere lo sportivo. Era una persona che mi affascinava e mi faceva pensare». Fernando parla e gesticola. «Il segreto di dei miei successi? L’equilibrio a casa. La mia famiglia ha ruolo fondamentale. Non credo ci sia una fonte di motivazione migliore. Se in campo non do il massimo, manco di rispetto a loro e a me stesso». Lo sportivo più vincente della storia del padel svela una curiosità: «Non ho trofei in casa, non voglio crescano nell’ambiente del campione. Giocherò ancora per qualche anno, ma sarò padre per il resto della mia vita». Una storia senza clamori e mondanità la sua. Debutto da professionista a 15 anni, a 20 miglior giocatore dell’Argentina, Belasteguin con Diaz ha scritto la storia. «Per tredici anni siamo stati i numero uno al mondo». Bela ora saluta. Lo attendono in campo. C’è un altro capitolo da scrivere. (mario frongia)



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