La Nuova Sardegna

MAESTRI SARDI DEL GIALLO 

Notte brava con omicidio

Notte brava con omicidio

Per la nona uscita della collana “Maestri sardi del giallo” è in edicola con La Nuova Sardegna “Quasi colpevole” di Paolo Pinna Parpaglia, a 7,50 euro più il prezzo del quotidiano. È l’ultima notte...

26 luglio 2021
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Per la nona uscita della collana “Maestri sardi del giallo” è in edicola con La Nuova Sardegna “Quasi colpevole” di Paolo Pinna Parpaglia, a 7,50 euro più il prezzo del quotidiano. È l’ultima notte di gita a Cagliari per una cinquantina di liceali sassaresi. L’hotel che li ospita ha un nome ben poco esotico (“Campidano”) e un aspetto indecoroso («due stelle generosamente concesse, (…) nel tempo si era trasformato in un albergo a ore destinato a ospitare coppie di ogni natura»), ma a una certa età, e in certe situazioni, i dettagli spiccioli contano poco.

L’importante è divertirsi, ed è quello che stanno facendo i ragazzi, riuniti nella camera 109 per la più classica delle “indianate”, una festa in cui alcolici e fumi vari passano allegramente di mano in mano. Ci sarebbero proprio tutti, non fosse per un’assenza. Ed è un’assenza di quelle che si notano, perché a mancare è Alessia Deiana, la bella tra le belle, una che ha già fatto girare la testa a un discreto numero di uomini anche molto più grandi di lei: Alessia ha infatti un appuntamento clandestino con un giovane di Cagliari, Paolo Almerighi, conosciuto in discoteca la sera prima.

Cosa succeda mentre nella 109 il party si va spegnendo non si sa, ma di certo c’è che quando rientra nella 104, Francesca, migliore amica e compagna di stanza di Alessia, vede una scena che mai avrebbe voluto vedere: «il corpo seminudo (…) iniziava a perdere il colorito naturale. Il petto immobile e la macchia di sangue sul materasso che incorniciava la sua testa le dicevano che Alessia aveva smesso di vivere». Il test del Dna non mente: lo sperma ritrovato sul cadavere è del professore di Storia e Filosofia Enrico La Torre, uno dei tre insegnanti che accompagnavano gli studenti nel capoluogo. Per niente attraente, dimesso, sempre vestito male e pettinato peggio, La Torre è sì un tipo sconclusionato, ma è ritenuto da tutti, compresi i suoi alunni, tranquillo e inoffensivo. Possibile che si sia rivelato un mostro capace di colpire in testa la povera Alessia con una pietra per poi soffocarla con un cuscino? Lui, imperturbabile, si professa innocente, e per la difesa decide di assumere come avvocato l’amico di una vita – nonché principale protagonista del romanzo – Quirico D’Escard. Il quale, in prima battuta, prova come può a declinare: «Enrico, davvero, io sono lusingato ma devo anche fare i conti con la mia coscienza. Io sono civilista, mi occupo di contratti, responsabilità civile, eredità, locazioni e praticamente non ho mai fatto un processo penale in vita mia. Non credo che sia professionale accettare la tua difesa».

Ma Enrico non sente ragioni, e Quirico alla fine cede in virtù del legame che li unisce, mentre l’omicidio di Alessia, come spesso accade, è già diventato faccenda collettiva. Tra la stampa alla ricerca di scoop e l’opinione pubblica che emette sentenze da casa, per mesi non si parla d’altro. Pieno di dubbi e insicurezze, Quirico s’impegna per imparare un mestiere non suo, con la prospettiva per lui terrorizzante delle controparti che lo attendono al varco, cioè in tribunale: l’agguerrita e affascinante collega Antonella Demelas, incaricata dalla famiglia della vittima di ottenere un risarcimento di almeno un milione di euro, e il pubblico ministero Gualtieri, che sulla condanna di Enrico punta con decisione per fare carriera. Tra indagini, segreti inconfessabili, colpi di scena e fatali rovesciamenti di prospettive, Quirico D’Escard proverà con i suoi mezzi limitati a vestire i panni di Davide e a sconfiggere Golia. Riuscirà a restituire la libertà a Enrico?

Uscito con altro titolo nel 2015 e poi ripreso e ripubblicato come “Quasi colpevole” da Newton Compton nel 2018, il romanzo del cagliaritano Paolo Pinna Parpaglia è incentrato tanto sull’interiorità dei protagonisti quanto sull’essenza e sul funzionamento di un processo: in quest’ottica, il lettore presti attenzione particolare al bel dialogo del settimo capitolo tra Enrico La Torre e il suo compagno di cella Marco Spagnulo.

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