La Nuova Sardegna

TURISMO NEL CUORE DEI MONTI  

Una missione per due: andare alla scoperta di tutte le grotte dell’isola

Una missione per due: andare alla scoperta di tutte le grotte dell’isola

Lontano dagli uomini, vicino a Dio. E non nell’alto dei cieli ma nelle viscere della terra. Così si sentono Carla Corongiu e Vittorio Crobu ogni qualvolta si avventurano per nuove esplorazioni nel...

27 luglio 2021
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Lontano dagli uomini, vicino a Dio. E non nell’alto dei cieli ma nelle viscere della terra. Così si sentono Carla Corongiu e Vittorio Crobu ogni qualvolta si avventurano per nuove esplorazioni nel cuore del Supramonte. La loro è stata una singolare quanto appassionata scelta di vita: qualche anno fa hanno deciso di lasciare la loro città, Cagliari, per dedicarsi all’esplorazione del sistema carsico che si estende per centinaia di chilometri sotto.

Ne 2016 si sono stabiliti nel comune di Urzulei, a Ghenna ‘e Silana, il valico dell’Orientale sarda che guarda a Gorropu da una parte e alla Codula Ilune dall’altra, per coronare il loro sogno: percorrere le cavità sotterranee alla ricerca di luoghi inesplorati. Tanti gli obiettivi raggiunti negli ultimi vent’anni. Molto ancora tuttavia rimane inesplorato. La loro missione sin da quando, poco più che ventenni si sono appassionati alla speleologia, è stata quella di raggiungere la chimera della speleologia sarda: il grande collettore del Supramonte, ovvero la galleria principale del sistema carsico che convoglia le acque sotterranee dal territorio di Urzulei sino alla risorgenza di Su Gologone, ad Oliena. Si tratta di appena 21 chilometri in linea aria che sotto nascondono centinaia di chilometri di cunicoli e antri, un vero e proprio paese dei balocchi per ogni speleologo che si rispetti. «Il collettore – dice Vittorio – doveva esserci per forza. E quindi assieme ad un piccolo gruppo di appassionati, folli come noi, non si siamo arresi e lo abbiamo trovato». La scoperta risale al 2004, prima del trasferimento avvenuto quando la coppia si rende conto che l’esplorazione del Supramonte non è solo un hobby ma un progetto di vita. Progetto talmente importante che Carla mette temporaneamente nel cassetto la sua laurea in Farmacia, la quale tuttavia si rivelerà importante nelle sue scorribande in grotta e, assieme a Vittorio, si dedica esclusivamente alla speleologia. Una scelta che viene ripagata dall’emozioni vissute nelle viscere della terra. Come rinunciare alle sensazioni vissute nella grande grotta che a centinaia di metri di profondità intercetta uno dei fiumi sotterranei e oltrepassare in apnea il sifone, un impegnativo passaggio in grotta sommerso d'acqua? Ribattezzata “Su eni 'e Istettai” in onore del tasso millenario le cui radici affondano all’imbocco della cavità naturale, rappresenta una sfida come tutte le altre grotte carsiche del Supramonte: belle, bellissime e speleologicamente molto impegnative.

«Verticali, profonde, acquatiche e fredde» le definisce Vittorio che parla di potenziale enorme. «Ad oggi – racconta invece la sua compagna – abbiamo esplorato una ventina di chilometri, ne rimangono altri 200». Caverne e passaggi che aspettano solo di essere perlustrate. «Finché le forze ce lo consentiranno – sottolinea Carla – andremo avanti».

Andare per grotte, infatti, non è una faccenda semplice. Anzi. Implica non solo una perfetta forma fisica ma anche un’impeccabile tenuta mentale. In queste grotte, anno dopo anno le loro competenze speleologiche si consolidano. Carla e Vittorio diventano dei maestri anche in un altro settore: quella della documentazione videofotografica. Da free lance realizzano riprese video e foto che in collaborazione con il Gasau (gruppo speleo di Urzulei) vengono racchiuse in tre libri: “Su palu” , “Dentro Supramontes inside” e “ Orbisi Gorropu”. Grazie alla conoscenza del mondo sotterraneo accompagnano troupe per film e documentari. L’ultima fatica il docufilm “Luigi Donini, un ragazzo di San Lazzaro” patrocinato dalla Società speleologica italiana.

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