La Nuova Sardegna

Edina Altara e Vittorio Accornero, la grande avventura tra amore e arte

Edina Altara e Vittorio Accornero, la grande avventura tra amore e arte

La grande mostra al museo Man di Nuoro fino al gennaio 2022

05 settembre 2021
3 MINUTI DI LETTURA





Quando si è in sintonia la luce brilla in maniera ancora più forte e decisa. È un completarsi a vicenda e un raggiungere mete che solo lo slancio sinergico assicura. Il formidabile sodalizio creativo fra gli illustratori Vittorio Accornero (Casale Monferrato, 1896 ‒ Milano, 1982) ed Edina Altara (Sassari, 1898 – Lanusei, 1983), sembra esaltare la forza e la magia del binomio, dello scambio. Una coppia “professionale” e sentimentale (anche se il loro matrimonio termina nel 1934), ma trova per un bel periodo una straordinaria intesa. Lavori firmati a quattro mani e altri dove la complicità è bellezza, gusto e anche osare. Parte della loro interessantissima produzione è al centro della mostra inaugurata al Man di Nuoro a luglio e che si potrà visitare fino a gennaio.

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:tempo-libero:1.40719623:Video:https://video.lanuovasardegna.it/locale/le-immagini-della-mostra-su-edina-altara-e-vittorio-accornero-al-man-di-nuoro/134615/135157]]

La prima retrospettiva dedicata al lavoro di Vittorio Accornero ed Edina Altara indaga l’intreccio fra arte e vita nella biografia e creatività di questi due artisti così vicini nelle avanguardie del Novecento.

Vittorio ed Edina si conoscono a Casale Monferrato dopo essersi già “incontrati” sulle pagine del Giornalino della domenica di Vamba, dove collaborano i migliori illustratori e scrittori italiani del tempo. Accornero debutta su queste pagine nel 1919, Altara nel 1920. Nel 1922 si sposano a Reggello, in Toscana. Insieme disegnano la partecipazione di nozze, lui con un Pierrot, lei con una dama orientale che con le loro mani reggono un cuore con scritto i loro nomi. Lavorano in coppia firmandosi “Edina e Ninon”. Il matrimonio termina nel 1934. Tra Liberty e Art Déco, la coppia illustra libri per bambini e adulti, sino a occuparsi di arti applicate.

Nelle sale del MAN rivive la fiaba che unì Edina e Ninon, sullo sfondo delle immagini per il transatlantico Rex (1931) e gli oggetti al confine tra design e architettura, come gli specchi e le architetture neo-rococò. Sono esposti disegni, dipinti, illustrazioni, materiale bibliografico provenienti dell’Archivio Accornero-Altara di Sassari e da numerose collezioni pubbliche.

Per l’occasione Loïc Hamelin, Sabrina Cuccu e Sergio Mancosu, gruppo di scenografi del Teatro di Sardegna, hanno trasformato le sale del MAN in un libro illustrato da Accornero e Altara, trasportando il visitatore in un viaggio nel Novecento, tra la Sardegna, l’Italia e il mondo.

«La retrospettiva – spiega il direttore Luigi Fassi – porta avanti l’esplorazione che il MAN sta compiendo sul Novecento osservato dalla prospettiva della Sardegna e del Mediterraneo, raccontando figure ancora da riscoprire nella loro interezza e complessità, come fatto in precedenza con Anna Marongiu e con il mondo degli illustratori e degli artisti del progetto “Il Regno segreto”, ma anche con le mostre fotografiche di Guido Guidi e Lisetta Carmi. Altara e Accornero – aggiunge Fassi – hanno operato ai vertici più alti della scena artistica italiana e internazionale, attivando collaborazioni che li hanno spinti sino negli Stati Uniti. Sono due inventori geniali, due eroi della loro immaginazione, con una portentosa capacità creativa, dispiegata dalla moda al design, dall’arte figurativa all’illustrazione sino alla scenografia operistica. Intrecciano la loro vita e attività artistica con personalità come Gio’ Ponti, Rodolfo Gucci, Dino Buzzati e la mostra rivela come la loro storia di coppia li abbia resi l’uno speculare all’altra, in un travaso continuo di arte e vita».

Nell’ultimo piano del museo, invece, con la mostra di Soni Leimer si aggiunge un nuovo tassello a un progetto in fieri di internazionalizzazione del museo. Organizzata con l’ISCP di New York (uno dei più prestigiosi incubatori di giovani artisti al mondo) e finanziata interamente dal ministero della Cultura, è il racconto delle memorie dell’emigrazione italiana rimaste incise nel quartiere di Little Italy.


 

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative