La Nuova Sardegna

Caterina Murino 

Caterina Murino: «Miss Italia ti aiuta, ma poi ci vuole solo studio e dedizione»

Mario Frongia
Caterina Murino: «Miss Italia ti aiuta, ma poi ci vuole solo studio e dedizione»

L'attrice cagliaritana a tutto campo: dagli esordi tv ai film che le hanno dato notorietà internazionale

08 settembre 2021
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«Trent’anni fa mi sono piazzata quinta a Miss Italia. Nel 2019, chiamata da Patrizia Mirigliani nella giuria tecnica del concorso nazionale, ho avuto un flash: quel che ho fatto io, sfilando in due pezzi tra i tavolini, queste ragazze non devono ripeterlo». Schiarita di voce. E via. A ricordare con candore e rigore tre decenni di teatro, set cinematografici, sfilate e pubblicità. Caterina Murino, tra debuttanti e star. Da Daniel Craig ad Alessandro Gassman fino a Papi Corsicato e Leonardo Pieraccioni. Una vita in quadricromia. Fatiche, lacrime, onestà intellettuale, lavoro duro. Senza scordare la famiglia e le amicizie di via San Benedetto, quartiere cagliaritano d’origine. «Da Letterina che non spiccicava parola con Gerry Scotti ad amante di James Bond, dà l’idea di quel che ho fatto. Mi inorgoglisce ma è parziale. Dietro ci sono studio, rinunce e applicazione. La recitazione è un’arte dura. Ma se resisti, ti ripaga».

Partiamo da Daniel Craig. Qual è il ricordo di 007?

«Persona e attore straordinario. Casino Royale era il suo primo film nei panni dell’agente segreto, noto in Inghilterra per le performance teatrali, al cinema era sconosciuto: è stato il suo trampolino di lancio. Per me, un grande regalo. Però mentre recitavamo alle Bahamas non me ne sono resa conto. Un anno dopo ho capito».

Jane Fonda nella serie tv “The Newsroom” con Jeff Daniel ed Emily Mortimer, cita Craig e lo definisce l’uomo più affascinante e sexy del pianeta: è così?

«Concetto difficile da contraddire. Mi chiedono ancora come sia stata la scena d’amore sul set. Daniel si è mostrato un professionista meraviglioso in una situazione unica. La produttrice Barbara Broccoli, facendogli fare James Bond, ha davvero fatto centro».

In Casino Royale era Solange. Quindici anni dopo Benedetta con Pappi Corsicato. Un bel viaggio, no?

«Sono cresciuta come professionista e come donna. Ho avuto più consapevolezza della dedizione, dei dettagli e dei rischi del mestiere. Adesso, ho prospettive diverse».

Da Bond girl nel 2006 al presente: cos’ha in agenda?

«In Spagna esce a novembre VeniciaFrenia, un horror diretto da Alex de la Iglesia con Enrico Lo Verso che mi ha appassionato. Con degli amici, durante una vacanza a Venezia, ci imbattiamo nei residenti che contestano l’ingresso in laguna della navi da crociera. Uno di noi si perde e... appena capita, andate a vederlo».

Con la grinta di Michela Giangrasso e le altre vostre amiche, Manuela Fradelloni, Stella Gullotta e Simona Santa Cruz, avete preso Miss Italia. Perché?

«Sognavo un concorso più femminile, che sfruttasse le mie esperienze e le condividesse con le partecipanti. Vanno rassicurate, si tratta di un gioco e di un’esperienza di vita. Le ragazze sono più del loro fisico. Il sindaco di Paulilatino, Domenico Gallus, durante la finale, ha detto che sono straordinarie, raccontano con forza i propri desideri».

Dove si deve fare marcia indietro?

«Il concorso non è una vetrina di vacuità. Ha l’orchestra dal vivo, i volontari e le associazioni impegnate sul territorio, come la veterinaria Monica Pais, che ha salvato gli animali bruciati nei roghi estivi, o le persone che affrontano le cure oncologiche. Con la scusa di un concorso di bellezza si può dire tanto».

Come vede le candidate?

«Hanno cultura e usano il cervello. Intorno a loro il mondo vola, c’è internet, sono all’avanguardia: le donne corrono e si sono evolute».

Caterina Murino com’è cambiata?

«Faccio tante cose che mi piacciono, forse ne dovrei fare meno ma non mi fermo. Miss Italia è una ottima opzione, l’ho capito dal contatto con le ragazze. Adesso, dico loro di essere sicure e tranquille».



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