La Nuova Sardegna

Maratona jazz da Modugno alle big band

dall’inviata Gabriella Grimaldi
Maratona jazz da Modugno alle big band

Ha preso il via giovedì, con lo spettacolo diretto da Moni Ovadia e la fusion di flamenco, il festival European Jazz Expo

16 ottobre 2021
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Ha fatto scintille Mario Incudine nei panni di Domenico Modugno, un uomo qualunque, un uomo straordinario. Un italiano alla ricerca della felicità a partire dalla sua amata “Terra amara” con in mano solo un’arma: la voce che ha portato, con la sua potenza, tutto il mondo a sognare di “Volare”. “Mimì, Da Sud a Sud” è lo spettacolo che ha inaugurato, giovedì sera, il festival European Jazz Expo, quattro giorni di concerti sino a domani (domenica 17) con star della musica jazz che incantano il pubblico dal palco dell’auditorium del Conservatorio di Cagliari. Ma il recital interpretato dal cantante e attore siciliano Mario Incudine, per la regia di Moni Ovadia e Giuseppe Cutino, ha rappresentato anche un’altra “prima”: la collaborazione tra Sardegna Concerti, che organizza la rassegna e l’Ente Lirico, protagonista sul palco dell’omonimo teatro con i solisti dell’orchestra guidati dal direttore e compositore di fama mondiale Valter Sivilotti. Assistere a questo viaggio a tratti tumultuoso a tratti malinconico attraverso le canzoni più celebri, e anche quelle meno note ma altrettanto belle del cantante pugliese, con sullo sfondo il tappeto sonoro di un’orchestra sinfonica è stata un’esperienza apprezzatissima dal pubblico. La verve e le doti vocali di Incudine hanno fatto il resto così, gli spettatori si sono ritrovati a cantare a gran voce l’imprescindibile “Volare”, ma anche “Vecchio frack”, la divertente “Donna riccia” e a farsi travolgere dalla particolare “Lu pisce spada”. Il viaggio poetico di un uomo qualunque dal sud al nord e ritorno Mario Incudine l’ha compiuto con i compagni di sempre: Antonio Vasta, Pino Ricosta e Manfredi Tumminello.

Ma lo spettacolo su Modugno non è stato che l’inizio di una maratona che si è conclusa, a tarda sera, con il concerto pieno di energia di Chano Domìnguez&Antonio Lizana Cuarteto Flamenco. I quattro musicisti, all’interno del focus sulla nuova musica spagnola che vedrà alternarsi sul palco altre talentuose formazioni, hanno sciorinato gli standard più conosciuti della storia del jazz rivisitandoli secondo i canoni della loro musica tradizionale: il flamenco del sud della Spagna. A guidare la formazione Chano, pianista con alle spalle una lunga carriera di successi e collaborazioni con mostri sacri quali Wynton Marsalis, Herbie Hancock e Gonzalo Rubalcaba ma a “rubare” la scena è stato il giovane sassofonista Antonio Lizana che ha cantato con passionale stile flamenco, accompagnandosi anche con il tipico battere delle mani, evergreen come “Summertime” e “Beatrice”. Al loro fianco altri giovani leoni della scena jazz europea: Manel Fortià al contrabbasso e Marc Miralta alla batteria.

In mezzo a queste due esibizioni c’è stato lo spazio per il primo assaggio di un’altra iniziativa voluta con forza da Sardegna Concerti e dal suo promoter Massimo Palmas: Que Viva Big Band. Si tratta di un progetto finanziato dal ministero della Cultura per la conservazione e la nascita di compagini orchestrali jazz. «Il nostro è un impegno che continua dagli anni Ottanta – dice Palmas –, quello di sostenere le big band che in Italia, per l’indifferenza delle istituzioni, rischiano l’estinzione. Grazie a questo progetto ci sarà la possibilità per queste formazioni, di spostarsi in tutta Europa per presentare le loro composizioni e scambiarle con le altre big band».

Giovedì è toccato a due formazioni sarde aprire le danze: al Conservatorio si sono esibiti Stan Kenton Legacy, gruppo orchestrale diretto da Paolo Nonnis che si è ispirato alle composizioni del mitico musicista americano e New Echi Ensemble diretto da Paolo Carrus con il suo repertorio di musica sarda rivisitata in chiave jazz.

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