La Nuova Sardegna

Una madre coraggio che conquista libertà e identità

di Luigi Soriga
Una madre coraggio che conquista libertà e identità

A cavallo della seconda guerra mondiale una “coga”  combatte contro le regole imposte da una cultura arcaica

28 ottobre 2021
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SASSARI. È la Sardegna che si squama in pellicola, che abbandona la propria pelle come una muta. C’è la superficie, fatta dal verde delle cascate di Sadali, dall’azzurro del mare maddalenino, o dalle coste selvagge di Capo Caccia. E poi c’è l’identità che scorre sotto questa epidermide di scenografie: c’è la tempra dei sardi, l’etnia, le tradizioni, le credenze e le superstizioni, la magia, la potenza terapeutica degli elementi. E ci sono le donne, e la loro parabola di emancipazione costituisce il filo conduttore di una storia che si dipana per trent’anni, dagli anni 30 agli anni 60. «Otto ore di girato, cinque settimane di riprese, un viaggio attraverso l’isola, una narrazione che distilla un godimento assoluto della Sardegna, del suo fascino e dei suoi significati più profondi». La “Terra delle donne”, per Paola Sini, 37 anni, sassarese, è come un figlio di cinque anni, che ha concepito, visto nascere, crescere e che a breve accompagnerà per mano, nelle sale cinematografiche, come mamma, attrice e produttrice.

Un parto piuttosto travagliato, a dire il vero, visto che il primo ciak era previsto già due anni fa. Poi il Covid ha resettato tutto, e il film è rimasto in gestazione nell’incubatrice dei sogni irrisolti. È stato limato, revisionato, è cambiato il titolo che in origine era “No Potho Reposare”. È diverso anche il cast: si parlava di una parte per Christopher Lambert e tra gli italiani per Giancarlo Giannini. Loro non ci sono più, ma gli attori restano comunque di grande livello: Freddie Fox, Jan Bijvoet, Valentina Lodovini, Syama Rayner, Hal Yamanouchi, Michael Hoffman, Alessandro Haber. E tra gli interpreti sardi, oltre alla protagonista Paola Sini, ci sono Sabina Zicconi, Lia Careddu, Sergio Deidda, Daniele Monachella, Sara Lecis, Andrea Niccolò Staffa, Elettra Lovri. La troupe per oltre un mese ha cucito la trama del film location dopo location, creando un suggestivo spot per la Sardegna. Mandas, Gergei, Isili, Scerri, Sadali, Seulo, e poi Foresta Burgos, Torralba, la Maddalena, Caprera e infine Sassari e Alghero. In ogni luogo bisognava scegliere l’ambientazione adatta per ricreare quell’epoca. Più facile nei paesini dell’entroterra, ancora refrattari ai bagliori di modernità. Più complicato nelle città. A Sassari le macchine da presa si sono rifugiate nello stile elegante degli arredi e delle stanze di villa Mimosa. Ad Alghero è stata villa Mosca ad ospitare il cast. La trama la racconta la protagonista stessa, Fidela, o colei che le dà vita, cioè Paola Sini. «In una Sardegna rurale a cavalo della seconda guerra mondiale, io, mio malgrado, sono la strega del villaggio: curo i malefici e faccio nascere i figli di tutti ma mai i miei. Perché è bene che nessun uomo osi toccare una “coga”. E quando il destino farà in modo che proprio a me venga affidata la piccola Bastiana, non solo scoprirò la bellezza di sentirmi madre, ma inizierò a vacillare in tutte le mie certezze che, in fondo, erano soprattutto imposte dagli altri».

E sarà infine la vita stessa, accidentale per Fidela come per chiunque, a costringerla ad una definitiva e necessaria rivoluzione interiore di cui la figlia adottiva Bastiana, si farà poi consapevole portatrice.

«Così due vite scelte dagli altri e disegnate dalla tradizione si trasformano invece nella straordinaria occasione di essere semplicemente vissute, in una piena e libera scelta identitaria. Magia di streghe? No... solo coraggio di donne».

Ora c’è tutta la fase della post produzione che durerà fino a gennaio, e che prevede il montaggio e le musiche. Il budget che ha permesso la realizzazione del film è imponente ed è stato possibile grazie ai finanziamenti del Mibact, Bando Ras, Rai Cinema, vari sponsor, qualche contributo comunale, il sostegno della famiglia Tilocca, New Time Spa, Armeni Ges , Fidela Film la Film Commission Sardegna. L’obiettivo resta la presentazione della pellicola al prossimo festival di Cannes che si terrà il 17 maggio del 2022.

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