La Nuova Sardegna

Paolo Fresu: «Il mio viaggio da Mamoiada a Macondo»

Andrea Musio
Paolo Fresu: «Il mio viaggio da Mamoiada a Macondo»

Un progetto che tiene insieme uno spettacolo teatrale tratto da un romanzo di Salvatore Niffoi e un disco con Daniele di Bonaventura e Pierpaolo Vacca

24 novembre 2021
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Mataforu ritorna in Argentina con una veste tutta nuova, cucitagli addosso da Paolo Fresu. Così il personaggio principale del pluripremiato libro di Salvatore Niffoi “Il venditore di metafore” diventa un disco ed uno spettacolo teatrale. “Tango Macondo”, commissionato e prodotto dal Tetro Stabile di Bolzano, è anche il nome del disco composto ad hoc dal trombettista di Berchidda, registrato insieme con Daniele di Bonaventura al bandoneon, Pierpaolo Vacca all'organetto. Verrà pubblicato dalla Tuk records in versione cd e doppio vinile rosso trasparente questa settimana, a partire dal 26 novembre. Il disco è composto da brani originali e da tre cammei che sono riletture di classici del tango con tre voci d’eccezione: Malika Ayane, Tosca ed Elisa. Cantano rispettivamente “Alguien le dice al Tango”, “El día que me quieras” e “Volver”. Lo spettacolo teatrale, con la drammaturgia e la regia di Giorgio Gallione, è attualmente in tour in Italia con una prima tranche che terminerà il 12 dicembre al Teatro Quirino di Roma. Del progetto abbiamo parlato cin Fresu.

In Sardegna quando arriverà lo spettacolo?

«Non prima del 2023. Il Covid ha reso la definizione di un calendario più fitto piuttosto difficile, ma nel 2023 cercheremo di farci perdonare. È importante arrivare in Sardegna perché non solo l’isola è molto presente nella rappresentazione ma è la Sardegna che ha dato il la a tutta l'idea teatrale e ne sono molto orgoglioso. Vedo che i sardi fino ad ora venuti agli spettacoli già andati in scena rimangono colpiti».

La colonna sonora durante le performance viene suonata dal vivo dal Trio con Fresu, Vacca e di Bonaventura, ma questa non è la prima esperienza con una rappresentazione teatrale.

«Circa tre anni fa ho portato in scena lo spettacolo dedicato a Chet Baker, “Tempo di Chet”, per due esibizioni durante il “Time in Jazz” e a teatro a Sassari e a Cagliari. Questa volta è un po’ diverso perché la musica ha un ruolo fondamentale. Si parte dalla Sardegna per arrivare poi in Sud America. All'origine dell'idea c'era un libro ho amato moltissimo di Giovanni Maria Bellu, “L’uomo che voleva chiamarsi Peron”, che avevo letto in un volo tra Roma e Buenos Aires. Una storia che parte da Mamoiada e racconta di questo signore che si chiamava Giovanni Piras e che arrivato in Argentina divenne, secondo una versione mai confermata, Juan Peron, il tre volte presidente dell'Argentina. Una storia molto bella e affascinante. Purtroppo sul palco non avrebbe funzionato. Il giallo imbastito da Bellu non si presta per essere portato a teatro. Allora sono andato a lavorare su un altro libro, “Il venditore di metafore” di Salvatore Niffoi. Una libera interpretazione perché ho mantenuto Mamoiada come luogo immaginario di partenza, con il carnevale le maschere e i mamuthones. Poi però sono andato oltre, con un lavoro in cui si possono ritrovare Màrquez, Borges e ovviamente Niffoi, che ha dato il via a tutto il progetto. La prima parte dello spettacolo è infatti costruita sulle suggestioni del libro di Salvatore. Racconta la storia di due personaggi: Mataforu e il suo cane. Insieme girano la Sardegna per vendere metafore. E ne succedono di tutti i colori. Poi Mataforu decide di andare via, di imbarcarsi per un altro mondo, il Sud America, dove fonda la città di Macondo».

Con i tre musicisti sul palco, tre attori: Ugo Dighero, Rosanna Naddeo, Paolo Li Volsi. Ed ancora quattro danzatori: Luca Alberti, Alice Pan, Valentina Squarzoni, Francesca Zaccaria.

«Dal punto di vista musicale ho voluto una tessitura molto particolare. Un suonatore di Bandoneon (di Bonaventura) che raccontasse la storia dell'Argentina anche col tango, anche se nello spettacolo non è predominante, e Pierpaolo Vacca, un talentuoso musicista di Ovodda all'organetto. Lavora sulla tradizione che conosce a menadito, ma affronta sapientemente l'aspetto più moderno con l'utilizzo dell'elettronica. Durante l'esibizione ci sono anche due brani originali di Bonaventura e di Vacca ed uno del Coro di Ovodda, la bellissima “Antiu e' ispera”, mentre i tanghi, che nel disco sono cantati da Malika, Ayane, Tosca ed Elisa, in scena vengono eseguiti dagli attori».

Nel mentre a Berchidda prosegue il progetto originale ideato e guidato dall'associazione Time in Jazz: “Sa banda, sa musica, sa festa”.

«Da diversi anni ci impegniamo perché gli eventi musicali non siano circoscritti nei soli giorni estivi. Vogliamo che sia una realtà culturale propositiva e capace di seminare tutto l'anno e raccogliere anche nei giorni del festival. Questa volta c'è qualcosa in più. Stiamo sfruttando una gara a bando nazionale, in particolare uno sulle bande. Ho pensato a un progetto che potesse coinvolgere tutte la realtà musicale berchiddese. La banda nel nostro paese è nata nel 1913. Senza la banda probabilmente io non avrei iniziato a suonare, se non lo avessi fatto non sarebbe nato il festival Time in Jazz, che ha portato alla nascita della Funky Jazz Orchestra, una street band. E da Berchidda viene anche il cd “Think Outside The Box di Nanni Gaias e Peppe Spanu, un ottimo lavoro prodotto dalla Tuk Records. Stiamo vivendo un periodo di vitalità inaspettata. Da metà settembre, a cadenza settimanale la banda è seguita da Corrado Guarino, direttore e arrangiatore oltre che musicista e compositore, mentre la Funky Jazz Orchestra è seguita da Dario Cecchini, il fondatore dei Funkoff. Tutto questo lavoro, complesso e affascinante, confluirà in un concerto che terremo a Sassari al Verdi il 28 dicembre prossimo».

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