La Nuova Sardegna

1974. Oristano esulta: è la quarta Provincia sarda

di Roberto Stefanelli, 3 luglio 1974
La prima pagina della Nuova Sardegna del 3 luglio 1974
La prima pagina della Nuova Sardegna del 3 luglio 1974

Sono passati più di vent'anni dalle prime proposte. "Ridurrà gli squilibri: l'animo si schiude all'ottimismo". E La Nuova ricorda i vincoli di fratellanza con Sassari che ha aiutato a realizzare questo disegno

03 dicembre 2021
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Comprendiamo l’esultanza degli Oristanesi. Un’attesa durata tre decenni non è cosa da poco. Vien da pensare che non tutti coloro che hanno servito l’idea della quarta provincia con capoluogo Oristano possano oggi esultare. Fra questi numerosi sono i Sassaresi. Se una città in Sardegna è stata vicina ad Oristano nella sua antica aspirazione a diventare il quarto capoluogo di provincia, questa città è Sassari. Alla radice vi è un substrato culturale che ha fatto di Sassari e di Oristano quasi due città gemelle. La stessa cattedra arcivescovile arborense, che per prima ha guardato all’equilibrio delle giurisdizioni provinciali nell’Isola, con a capo un Sassarese ha cementato vieppiù i vincoli di fratellanza. Anche Sassari ha dunque titolo per aver contribuito alla realizzazione del disegno che è rivoluzionario più di quanto possa sembrare.

Nel contesto dei programmi di rinascita la quarta provincia, per quanto non ufficialmente contemplata, è forse l’atto più incisivo. La presenza dello Stato e della Regione si farà più intensa, seppure finora in molti Comuni della nuova circoscrizione provinciale una presenza vi è stata. Di popolazioni abbandonate a se stesse in Sardegna ve ne sono ancora, anche se si sta facendo di tutto per toglierle dall’isolamento e renderle partecipi del processo di sviluppo economico e sociale. È senza dubbio difficile realizzare in breve tempo un salto di qualità; i secoli trascorsi nel buio hanno creato umori di riscossa da un lato e diffidenze dure da vincere dall’altro.

La «costruzione» della quarta provincia di Oristano, se per un momento vogliamo risalire i tempi, è costata dibattiti e polemiche a non finire. Le avversioni al progetto della nuova provincia sono state talvolta totali. Gli Oristanesi non si può dire che abbiano trovato terreno facile, la loro tenacia nell’inseguire una causa giusta tale da ridondare vantaggi per tutta l’Isola ha dovuto durare lustri prima di essere coronata dal successo. Non mancano, ancora oggi, gli scettici, i nemici del nuovo dei cosiddetti salti nel buio pur riconoscendo che si brancola nel buio. Gli anni ’50 in Sardegna sono stati scossi dal progetto della quarta provincia; senza saperlo – meglio: senza dirlo con gli slogans od altro – gli Oristanesi hanno cominciato a smuovere le acque, a diffondere l’anelito di ripresa, di risveglio (...)

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Ha messo fine all’avvilente quanto ingiusta condizione del popolo sardo l’ascesa di un Sassarese, Antonio Segni, che ricordiamo qui come il primo proponente in Parlamento di un progetto di legge per la istituzione della quarta provincia di Oristano. Secondo firmatario è stato Mariano Pintus. Si era da poco chiusa la campagna del nostro giornale sul ripopolamento dell’Isola che postulava l’approntamento delle infrastrutture urbane in molti comuni allora, ed ancor oggi, inesistenti per rendere possibile la immigrazione dal Veneto di lavoratori ed operatori. La Sardegna aveva, ed ha, una forza demografica bassissima rispetto alla sua superficie. I paesi «nuotano» nella spesso vuota campagna e molti di essi (troppi) sono dislocati a grande distanza l’uno dall’altro. Le stesse giurisdizioni provinciali hanno presentato estensioni smisurate (...)

La nuova provincia di Oristano giunge ora a ridurre gli squilibri che oltre ad essere giurisdizionali sono economici, politici, sociali. Un correttivo alle situazioni abnormi lo sta apportando l’industria sotto l’imperio della programmazione. Le sacche della depressione vengono, anche in Sardegna, colmate dalla localizzazione di complessi industriali che portano le zone interessate a diventare automaticamente centri di attrazione a diversi livelli di attività non esclusa, come possiamo ben vedere, quella politica (...) Il panorama sociale in cui viene a cadere la quarta provincia è diverso dal passato e non è da escludere – l’animo si schiude all’ottimismo in questo fausto giorno – che nuovi frutti si possano cogliere per un avvenire migliore.

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