La Nuova Sardegna

1891. Nasce il basket. Arriverà in Sardegna trent'anni dopo: ecco la storia degli antenati della Dinamo

di Andrea Sini
1891. Nasce il basket. Arriverà in Sardegna trent'anni dopo: ecco la storia degli antenati della Dinamo

I primi match disputati negli anni Venti del Novecento. Nel 1948 le lezioni del ct azzurro Van Zandt fecero fare il salto di qualità agli appassionati isolani

16 dicembre 2021
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Da Springfield a piazzale Segni, passando per viale Trieste, via Pola, San Giuseppe, il Meridda, via Rockefeller e, perché no, anche per via Guasco, a Reggio Emilia, dove la piazzetta adiacente al palasport è stata appena intitolata a Kobe Bryant. C’è un filo sottile ma ininterrotto che collega il campetto della scuola superiore di una cittadina del Massachusetts a tutti gli altri luoghi del mondo in cui una palla a spicchi è finita dentro un cesto. Anche in Sardegna. Nell’Isola la pallacanestro arriva con non troppo tardo rispetto a quel pomeriggio del 1891, in cui James Naismith, docente di educazione fisica alla Ymca International Training School di Springfield, codificò le norme di un nuovo sport, concepito inizialmente per permettere ai giocatori di football di tenersi in allenamento al chiuso durante il periodo invernale.

In Italia il manuale firmato dal professor Naismith viene tradotto già ai primi del Novecento a Siena e nel 1919 a Milano si gioca il primo match ufficiale. La Sardegna non sta a guardare, le navi mercantili trasportano merci ma anche novità di ogni genere dal punto di vista socio-culturale e cinque anni dopo va in scena la prima partita di pallacanestro giocata sulla nostra isola. In campo si sfidano due team non “convenzionali”: da una parte i calciatori del Cagliari, dall’altra i canottieri dell’Ichnusa. Il giornalista Nando Mura nella sua “Storia del basket sardo, 1924-2010” riesce a dare una collocazione spazio-temporale a questa storica sfida, che si giocò in viale Trento, a Cagliari, il 16 novembre 1924. E terminò 8-1 per i calciatori.

L’eco di questo nuovo sport arriva in poco tempo in tutta l’isola e presto anche gli studenti di Sassari e Iglesias iniziano a sperimentare e prendere confidenza con il “gioco”. Nel 1921 intanto è nata la Federazione Italiana Basketball, che l’anno successivo organizzerà il primo campionato nazionale. Nel 1926 la nazionale scende in campo per la prima volta battendo la Francia 23-17 a Milano, città che in quest’epoca pioneristica è il fulcro della palla al cesto. In Sardegna gli anni Trenta, mentre il basket debutta a livello olimpico nell’edizione di Berlino ’36, sono quelli delle sfide tra studenti e delle società sportive di tutte le discipline, di fatto commissariate dal regime fascista. E dunque anche le squadre che si sfidano a basket assumono, a seconda che si tratti di liceali o universitari, i nomi di Gil o Guf, seguito dal nome della città di appartenenza.

Cagliari e Sassari sono già in grado di mandare le rispettive squadre nella Penisola per affrontare i pari età di tutta Italia nei tornei studenteschi. Anche in terra isolana le sfide sono ormai frequenti e accesissime e vale la pena riportare i tabellini di due gare, una femminile e una maschile giocate nel 1939 al campo Dux, ovvero all’Amsicora. Gil Cagliari-Gil Nuoro 37-5. Gil Cagliari: Serreli 24, Marcello 9, Castello, De Magistris, Comoretto 2, Diana, Sanjust 2, Falconi. Gil Nuoro: Solinas 2, Ledda 2, Putzoli, Pinna, Bottari, Marchesi, Mura 1, Congiu. E in campo maschile, uno dei tanti confronti tra Gil Cagliari e Gil Sassari termina 21-8. Gil Cagliari: Desogus 2, Caravano, Montaldo 9, Palomba, Scardigli 4, Onano 6, Sotgiu, Remotti. Gil Sassari: Spano 2, Castello 2, Dettori 1, Passino, Scano 1, Profili 2, Secchi, Teti.

Tramontato definitivamente il regime, superati i difficili anni della Seconda guerra mondiale, le società sportive si riappropriano del loro destino e delle loro attività. L’Aquila Cagliari, che era stata fondata a fine 1944 da Mario Mura nell’oratorio dei Salesiani, trionfa nel primo campionato cittadino. Nel 1947 nasce la Gennargentu Nuoro ed è sempre Nando Mura a farci sapere che nello statuto della società barbaricina c’è scritto che il sodalizio è aperto a “tutti gli sport tranne il calcio”. A Cagliari, dove tra le altre squadre ne scende in campo una formata da cinque fratelli (e che infatti si chiama Fratelli Pirastu), nel 1948 un dirigente dell’Aquila decide di fondare una nuova società, l’Esperia. Sassari intanto non sta a guardare: nel cortile del Convitto, a Santa Caterina, la palla a spicchi rimbalza già da fine anni Trenta.

La Torres, che dal 1903 vanta una fiorente polisportiva, si apre al basket a fine anni Quaranta e nel decennio successivo domina a livello regionale in campo femminile con le “ragazze di professor Siddi”. La svolta era arrivata nel 1948, quando la Federazione aveva deciso di mandare per alcune settimane in Sardegna, prima a Sassari e poi a Cagliari, il commissario tecnico della nazionale, Elliott Van Zandt. Le sue seguitissime lezioni di fondamentali, a beneficio di giovani appassionati e aspiranti coach, permettono al movimento di fare il definitivo salto di qualità. Nasceranno tante altre società in tutta l’Isola e nel 1960 un gruppo di azuniani fonderà la Dinamo. Dal campetto di San Giuseppe e dal Meridda, i sassaresi arriveranno sino allo scudetto, conquistato nel 2015 al PalaBigi, in via Guasco. Questa è già un’altra storia, ma a unire Richmond, Massachusetts, a “Largo Kobe e Gianna Bryant”, Reggio Emilia, c’è sempre lo stesso filo.

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