La Nuova Sardegna

Hell Raton: «La musica mi ha scelto, adesso lancio i nuovi artisti»

di Alessandro Pirina
Hell Raton: «La musica mi ha scelto, adesso lancio i nuovi artisti»

Dai garage di Olbia a X Factor: «Farò una cosa grossissima in Sardegna»

19 gennaio 2022
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Tutto è nato in un garage di Olbia, serate intere passate a suonare tra amici appassionati di musica. Come spesso accade quando si è giovanissimi e sognatori. Ma nel suo caso il sogno è diventato realtà. Anzi, molto di più. E ora la musica in Italia, in qualche modo, la detta lui. Hell Raton, all’anagrafe Manuel Zappadu, nato a Olbia e cresciuto tra Ecuador e Sardegna, è una delle stelle del firmamento Machete. Rapper e produttore discografico, ha trascorso i primi anni defilato ma sempre al fianco dello tsunami Salmo. Poi lo sbarco a “X factor” in giuria accanto a Mika, Emma e Manuel Agnelli. Due edizioni e due vittorie, la prima con Casadilego, la seconda con Baltimora.

Qual è il segreto per portare a casa due successi di fila?
«La massima per vincere è non pensare alla vittoria, vivere il programma come fosse un percorso discografico. Che è quello che ho detto la prima volta ospite da Cattelan: non farò altro che portare il mio lavoro sullo schermo. E quello ho fatto. Anche se le regole della gara hanno tempistiche più ridotte».

Nel 2020 guidava le donne, quest’anno niente categorie: differenze nel gestire gli artisti?
«È stata una scommessa che come tutte le novità presenta dei rischi. Per quanto mi riguarda lo scorso anno è stato più semplice nella fase iniziale, perché potevo scegliere il top di quella categoria. Nell’ultima edizione all’inizio non avevo un faro su cui puntare, ma nel contempo ho avuto più libertà creativa».

Terminato “X factor” che rapporto mantiene con gli artisti?
«La prima squadra per qualsiasi allenatore è tutto. Ed è stato così anche per me. Con le ragazze del primo anno si è consolidato un rapporto gigantesco. Le chiamo le mie sorelline e ci sentiamo spesso. Su tutte Casadilego, che fa anche parte del nostro management. I maschietti sono più ribelli. Ma io sono una persona che comunica poco anche con le persone vicine, sono così pure con la mia famiglia, ma quando hanno bisogno sanno che mi troveranno sempre».

Agnelli, Emma, Mika: con chi si è creata più sintonia?
«Il pubblico si è di certo reso conto del mio rapporto con Mika. Saranno le origini multiculturali, sarà il nostro background, sarà che siamo curiosi, ma credo che Mika sia il vero vincitore di “X factor”, perché è uno che la gara la vive, si diverte. Anche lui nella vita è un competitivo ma alla sua maniera. È un artista che non ha mai avuto paura di esprimere una propria idea. Ho imparato tanto da lui. Come anche dagli altri. Con Manuel ci siamo confrontati e scontrati, ma sempre con rispetto».

Maneskin: era prevedibile un successo del genere?
«La musica non è mai prevedibile e loro ne sono la dimostrazione. Stanno ottenendo risultati meritati dopo tanto sacrificio, tanta gavetta. Dopo “X factor” hanno continuato ad avere una identità e sono stati premiati di questa loro perseveranza».

Anche Hell Raton – dopo Fedez e Achille Lauro – è rimasto folgorato da Orietta Berti: un nuovo singolo, “Luna piena” e una webserie. Com’è nata la vostra collaborazione?
«Questo amore nasce l’anno scorso a Sanremo. Oggi la persona che sento di più è Orietta, c’è un bellissimo rapporto tra noi. Anche i miei amici sono stupiti. Lei si prende cura di me come una nonna. Durante l’ultimo lockdown per merenda trovavo sempre qualcosa che mi aveva mandato Orietta, tipo il parmigiano delle mucche rosse».

Ma com’è Orietta Berti?
«È una persona stupenda. Mi auguro di arrivare alla sua età con la stessa grinta. Vorrei prendere la sua attitudine e metterla in tanti giovani rapper italiani. Un giorno ho apportato un piccola modifica al brano che stavamo incidendo, un accorgimento minimo. Dopo mezz’ora Orietta mi chiama: “Manuelito, mi hai tolto la cassa”. Se n’era accorta, non volevo crederci».

Quando è entrata la musica nella sua vita?
«C’è sempre stato un conflitto tra il Manuelito musicista e il Manuelito regista. Sono sempre stato in mezzo a questo bivio. Poi ha prevalso la musica che mi ha permesso di evadere dalla quotidianità. Ma il mio obiettivo non era fare musica per lavoro, ma farla con gli amici. Alla fine, invece, ho iniziato a fare musica per lavoro con i miei amici».

Primo incontro con Salmo?
«Avrò avuto 12 anni, lui neanche se lo ricorda. Andai a sentire il suo gruppo di allora, gli Skasico, al Bowling di Olbia. Io nel frattempo stavo muovendo i primi passi con la Kris factory, dove oltre Bigfoot e Scascio come dj c’era Slait. E il garage dove ci ritrovavamo era il suo. Nel frattempo con Salmo abbiamo iniziato a sentirci, ad andare ai concerti, lui a bazzicare nel nostro garage e noi nella sua palestra».

La Machete è stata una rivoluzione per la musica italiana: ve ne rendevate conto?
«Ero consapevole della qualità della musica, della fame, del nostro background, ma non immaginavo che le cose sarebbe andate così rapidamente. Siamo cresciuti con la voglia di spaccare quel mercato ed eravamo consapevoli che avremmo cambiato le regole. Ogni tanto mi capita di fare rewind e dire: quante ne abbiamo passate in 10 anni».

Per cercare il successo avete lasciato Olbia per Milano.
«Il successo sta nella nostra unione. A Milano siamo arrivati in 12: la cosa principale è stata questa».

Perché il nome Hell Raton?
«Nasce da un film ecuadoregno. Il topo, per quanto ripudiato da tutti, fa parte della nostra quotidianità».

Suo padre Antonello Zappadu è il fotoreporter che immortalò Berlusconi: cosa provava quando Emilio Fede storpiava il vostro cognome?
«Ricordo bene quella vicenda. Da ragazzino non era facile, anche se alla fine stavano parlando di noi in tv. Certo, avrei preferito un altro contesto. Ma nella nostra vita ce ne sono tanti di Emilio Fede: è pieno di persone che ti augurano cose brutte, la rete non ha pietà».

Capitolo Sanremo: come giudica le scelte di Amadeus?
«Sono contento di questo spirito di dare manforte ai giovani. Su questo Machete è stata da esempio. Per anni a noi non ci passavano neanche in radio, ma alla fine ci hanno dovuto accettare per quello che eravamo».

Le scommesse di oggi?
«Proprio i giovani. E della nostra scuderia Mara Sattei: ha fatto un disco bellissimo».

Il 2022 di Hell Raton?
«Sono riuscito a programmare ogni mese, e questo mi ha anche spaventato (ride). Tornerò all’università come studente e porterò tutto su Twitch. E poi ho in programma una cosa grossissima in Sardegna. Non la dico per scaramanzia, ma sarà la prima volta al mondo».

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