La Nuova Sardegna

Meduza, una scossa house all’Ariston

Meduza, una scossa house all’Ariston

Il trio elettronico da 8 miliardi di stream nel mondo riesce a far ballare tutti

02 febbraio 2022
2 MINUTI DI LETTURA





SANREMO. Alzi la mano chi pensava che i Meduza fossero italiani. Che brani come Piece Of Your Heart, Paradise e Tell It To My Heart portassero la firma di Mattia Vitale, Simone Giani e Luca De Gregorio. Il trio di producer da oltre 8 miliardi di stream, con centinaia di certificazioni in tutto il mondo e un tour mondiale con 15 date sold out solo negli Stati Uniti.

«In Italia molti ci conoscono, senza sapere che siamo italiani: un po’ perché scriviamo in inglese, un po’ perché non abbiamo mai dato troppo risalto ai nostri volti», raccontano i tre ragazzi sbarcati a Sanremo da Londra e Washington, chiamati come superospiti della prima serata del festival.

«Cercheremo di far ballare l’Ariston anche se solo per dieci minuti. Rappresentiamo la musica dance italiana, e anche se non scriviamo in italiano per noi il festival è un’istituzione. E anche se all’estero va tutto per il meglio, quando ci hanno chiamato qui è stata un’emozione diversa». Sono tra i producer più famosi e richiesti al mondo, ma come nelle migliori tradizioni, nemo profeta in patria. «In realtà ci fa piacere se qualcuno si è chiesto chi siamo. Vuol dire che comunque c’è interesse – dice il trio –. E subito dopo l’annuncio della nostra presenza, c’è stato un picco di visualizzazioni dei nostri brani. A noi interessa essere su questo palco per dare un po’ di spazio alla musica elettronica e all’house che all’Ariston non erano arrivate. Speriamo sia un punto di partenza anche per altri». Del resto è un momento più che mai aureo per la musica italiana, che ha dato prova su più fronti – nella house music elettronica così come nel rock – di poter valicare i confini nazionali e posizionarsi sul tetto del mondo. A Sanremo i Meduza sono arrivati accompagnati da Hozier, cantautore e musicista irlandese. Insieme è nato Tell It To My Heart, brano uscito lo scorso ottobre che ha totalizzato un milione di stream in meno di 24 ore dall’uscita e che oggi vanta più di 100 milioni di riproduzioni.

L’Italia vista da fuori? «Siamo considerati il Paese delle vacanze, soprattutto dagli americani». L’idea di poter in un futuro scrivere in italiano e magari partecipare in gara? «Al momento non ci abbiamo pensato, magari in futuro, magari scegliendo qualche voce particolare come quelle di Damiano dei Maneskin, di Blanco o di Mahmood. Li abbiamo incontrati qui, chissà...». Con loro Hozier, che già nel 2016 era stato all’Ariston. «È bellissimo qui. Il clima, il cibo, i suoni, i sapori. Festival strano? Ma no, ogni Paese ha qualcosa di rappresentativo. Ed è un appuntamento che ogni anno viene segnato sul calendario». (c.f.)

In Primo Piano
Malasanità

Nel buco nero della sanità sarda, inghiottiti migliaia di dottori

Le nostre iniziative