La Nuova Sardegna

“Il muto di Gallura” trainato dall’isola sfiora la top ten dei più visti d’Italia

Fabio Canessa
“Il muto di Gallura” trainato dall’isola sfiora la top ten dei più visti d’Italia

La pellicola sul leggendario bandito uscita solo nelle sale sarde ma dal 31 marzo arriva anche nei cinema di oltre Tirreno

31 marzo 2022
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Non lo tocca il piombo, non lo ferisce il ferro» si legge sulla locandina. Una taglia, visto il soggetto del film vien da dire così, che tappezza le città sarde con un cinema. E la pubblicità, aiutata dal passaparola, sta funzionando eccome. A ricercare “Il Muto di Gallura” sono in tanti. Le sale dell’isola hanno fatto registrare, nella prima settimana di uscita accompagnata dal tour di presentazione con il regista Matteo Fresi e parte del cast, il pieno di spettatori. Tanto che il lungometraggio basato sul romanzo storico di Enrico Costa secondo i dati di qualche giorno fa era piazzato all’undicesimo posto del box office, appena fuori quindi dalla top ten dei film con maggiore incasso a livello nazionale guidata per distacco dall’inizio del mese dal colosso “The Batman”.

Un risultato che acquista maggiore importanza se si pensa che è stato raggiunto contando solo sul pubblico sardo. Sbarcherà infatti oggi, 31 marz, nel resto d’Italia, dopo il fortunato lancio nell’isola con una settimana di anticipo. Strategia vincente, già utilizzata con successo da altri film girati in Sardegna (caso emblematico quello di “L’uomo che comprò la Luna” di Paolo Zucca) sulla quale ha puntato anche Fandango che, con Rai Cinema e il supporto della Film Commission regionale, ha prodotto “Il Muto di Gallura” e ora lo sta distribuendo nelle sale. Una bella scommessa, con un regista alla sua opera prima come il torinese Matteo Fresi (di origini sarde tra Luogosanto e Palau), per un film anomalo nel panorama italiano e non solo quello isolano. E questo non soltanto perché recitato tutto in gallurese così da non staccare il racconto dalla lingua del luogo in cui si svolge la vicenda. La storia della faida tra i Vasa e i Mamia che insanguinò Aggius intorno alla metà dell’Ottocento è raccontata, con alcune licenze, attraverso la figura di Bastianu Tansu. Personaggio leggendario, sordomuto dalla nascita e per questo maltrattato ed emarginato, che per legami di sangue, dopo l’uccisione del fratello Michele, lega indissolubilmente il suo destino a uno dei due capi fazione: Pietro Vasa. È lui ad armarlo, a trasformarlo nell’assassino più temuto dell’intera faida sfruttando la sua mira leggendaria degna di quella di Billy The Kid. Mito del western citato non a caso perché “Il Muto di Gallura” ha per certi aspetti il sapore del genere per eccellenza del cinema americano. Una storia traghettata verso la contemporaneità con alcune interessanti scelte, in particolare quella legata alla musica elettronica della colonna sonora.

«Volevamo allontanarci dall’idea di teca museale» ha sottolineato Matteo Fresi che sul set ha potuto contare sull’esperienza del direttore della fotografia Gherardo Gossi e anche sull’appoggio di Antonello Grimaldi, impegnato nella realizzazione del film come produttore creativo. A dare il volto al protagonista è Andrea Arcangeli, già noto per la serie “Romulus” e il lungometraggio Netflix su Roberto Baggio “Il Divin Codino”, accompagnato da interpreti quasi tutti sardi. Tra questi Marco Bullitta, Giovanni Carroni, Syama Rayner, Fulvi o Accogli, Fiorenzo Mattu, Noemi Medas, Felice Montervino, Francesco Falchetto e Stefano Mereu.

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