La Nuova Sardegna

Aggius, nuovi sguardi sugli abiti tradizionali

Aggius, nuovi sguardi sugli abiti tradizionali

Fino al 3 luglio l’esposizione “Sul filo del tempo” dedicata alle reinterpretazioni dell’abbigliamento antico

13 giugno 2022
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Si fa presto a dire tradizione rivisitata e attualizzazione della cultura locale. Il tentativo messo in mostra ad Aggius cerca di andare oltre. Non ha le pretese di iniziare una nuova visione, non ha però nemmeno nessun pudore nel mettere mano a colori e forme. Il concept è l’abito tradizionale sardo, la sfida è stata mettere insieme una decina di artisti isolani che lo rivedessero secondo la loro ottica, secondo il proprio gusto e con il tocco personale della propria poetica artistica.

L’iniziativa. L’esposizione collettiva, dal titolo “Sul filo del tempo - Il costume sardo nell’arte di oggi” è visitabile sino al 3 luglio al museo etnografico Oliva Carta Cannas Meoc di Aggius. Sono per l’esattezza undici gli artisti sardi o sardi d’adozione chiamati in causa: Ledian Agolli, Sara Bachmann - Le amiche di Freya, Laura Batzu, Cenzo Cocca, Mara Damiani, Andrea Mignogna, Valentina Musiu - Valegnameria, Gianni Polinas, Vanni Rocca, Simone Sanna, Moné - Monika Takacs. Parte delle opere sono del tutto inedite, ideate ad hoc per la mostra, altre appartengono a figure contemporanee che già nel loro percorso di ricerca hanno preso e rielaborato nel tempo il vestito della tradizione dei vari paesi. Il filo rosso del Filo del tempo guarda al grande canone novecentesco di Blasi, Floris, Corriga, Melis, Tavolara, che hanno saputo creare un vero e proprio topos artistico attorno alla raffigurazione dell’abito. A ideare la mostra, a curarla e a creare il percorso al suo interno è Daniele Pipitone, originario di Calangianus, noto per l’attività di travelblogger con il blog “Un sardo in giro”, dove da anni racconta la Sardegna attraverso borghi, musei, mostre, e particolarmente attivo come appassionato d’arte. «L’iniziativa è partita dai viaggi per l’isola che ho avuto modo di fare, degli studi e dei laboratori di artisti che ho potuto visitare – spiega proprio il curatore –. Ho deciso di proporla qui, ad Aggius, in un museo che sebbene parli del passato si pone in dialogo con la contemporaneità». Un modo, inoltre, di creare un viaggio immaginario a cavallo degli ultimi secoli attraverso le sale.

Nuove forme. La mostra è variegata, si dirama su due pareti che mettono insieme, le une vicine alle altre, opere di grafica con opere in tessuto, scultura con fotografia, pittura, ricamo. Si respira ambizione, da parte di Pipitone, al suo esordio come curatore, e da parte degli stessi artisti, alcuni dei quali «hanno confezionato delle opere proprio per questa mostra, ne sono contento», dice lo stesso ideatore. «La selezione? In base all’originalità. Ci sono tante altre personalità che lavorano sul costume, ma ho cercato quelli che riuscivano a essere più originali e andare oltre rinnovando. Ormai il costume ha perso la sua quotidianità, è qualcosa che si vede nei musei o nelle occasioni folcloristiche, questo è un modo per riproporlo». Poi parla di simboli e dettagli, il binomio su cui si sono focalizzati tutti i valori esposti, senza prendere l’abito e i suoi colori nella loro interezza. Nota da sottolineare, il livello degli artisti riuniti, gran parte dei quali nomi di primo piano nel mercato sardo attuale.
 

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