La Nuova Sardegna

La mostra

Chiara nella top ten della Nuvola: “L’arte sarda a Roma piace e vende”

Paolo Curreli
Chiara nella top ten della Nuvola: “L’arte sarda a Roma piace e vende”

Successo della galleria Manca spazio alla fiera di Roma del contemporaneo

22 novembre 2022
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Roma Per Artribune (piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea) il suo è tra i dieci stand più interessanti, Segnoline (edizione web della storica rivista del settore) sceglie e cita – tra le centinaia di espositori – la sua proposta per Arte in Nuvola: Chiara Manca ritorna vincente nella sua Nuoro dalla grande fiera d’arte contemporanea di Roma.

Kermesse, chiusa ieri con più di 20 mila presenze, arrivata alla sua seconda edizione, ospitata nel padiglione progettato da Fuksas con l’obiettivo di crescere e spostare verso il sud il mercato dell’arte di oggi che, tradizionalmente, ha sempre visto nel nord della Penisola il suo centro più vivo. «Sì certamente soddisfatta è il termine giusto, anche se “strafelice” darebbe meglio il senso» precisa Chiara Manca, trentenne, laureata in storia dell’Arte specializzata in Museografia e curatela d’Archivi d’Artista, anima e motore inarrestabile della sua piccola galleria Mancaspazio, in pieno Santu Predu, nel cuore del cuore di Nuoro e, quindi, dell’isola.

«Il luogo è importante perché a pochi metri dalla storica Chironi 88, mi sento orgogliosa di continuare la tradizione di attenzione per l’arte di Sandra Piras – racconta Chiara, ricordando la storica galleria e la straordinaria donna e intellettuale che portò l’arte contemporanea a Nuoro e i talenti sardi all’attenzione del mondo –. È stata proprio Sandrina a guidarmi in questo mondo, a insegnarmi a guardare e a capire. Sono partita nel 2018 come spazio indipendente per poi aprire la galleria e interessarmi anche del mercato dell’arte. Oggi sono 50 le mostre che MancaSpazio ha ospitato e 46 quelle di cui ha prodotto anche il catalogo». Una scommessa, in una città viva culturalmente, col suo vivace museo Man, lo Spazio Ilisso della importante casa editrice, il vicino Nivola di Orani, per citare solo il mondo delle arti visive, ma forse un po’ decentrata.

«Posso affermare con sicurezza, che le nostre proposte suscitano interesse in tutta l’isola e non solo. Gli acquirenti arrivano da tutto il mondo – sottolinea Chiara Manca –. Il sito, naturalmente, aiuta molto e abbatte le barriere di spazio». Impegno, cultura e colpo d’occhio ma come arriva Chiara fino ad Arte in Nuvola. «Intanto sorretta dai sei anni di lavoro per l’Archivio Maria Lai. Esperienza che mi ha insegnato molto e dato un riconoscimento professionale. Poi la Fondazione Maxxi ha riconosciuto Mancaspazio fra gli spazi indipendenti più innovativi d’Europa, grazie al lavoro di ricerca e di esposizione in collaborazione con l’Archivio Mirella Bentivoglio, la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, l’Archivio Michele Perfetti. La mostra da Blocco 13 a Roma, presentazione della Bottega Artigiana Asinorosso di Orosei, ha creato il contatto con Valentina Ciarallo, curatrice dei progetti speciali di Arte in Nuvola».

Un percorso di riconoscimento tra professionisti prima di tutto, in un mondo, quello del mercato dell’arte, che appare complicato, guidato da regole a volte incomprensibili, dove certamente la provincia ha difficoltà ad arrivare, specie con artisti giovani, non storicizzati e perfino del tutto sconosciuti. «È un percorso lungo, ma la scoperta è ancora un elemento essenziale. Nell’isola il mercato e, a volte, molto concentrato sui nomi noti, il collezionista cerca “un Ballero” o l’ultimo Biasi sul mercato, piuttosto che innamorarsi di un’opera e desiderarla – spiega la gallerista –. Ma gli affari si fanno con coraggio e con il cuore. Il lavoro del mercante è essenziale, una galleria ha successo quando la sua scelta, i nomi e le opere che propone, sono sinonimo di qualità».

Quello che sta accadendo per Manca Spazio. «Spero proprio di sì. Comunque il gusto sta cambiando, c’è molta curiosità». Tutto confermato a Roma, quindi... «L’offerta era di portare solo quattro nomi. Ho fatto una scelta diversa, un nome solo: Sardegna. Ho portato 40 artisti e creato una wunderkammer, una camera delle meraviglie, piena della nostra creatività. L'interesse per le opere degli artisti sardi era molto evidente. I visitatori erano soprattutto stupiti della ricerca nel campo della fotografia ma hanno apprezzato le opere di tutti. Non c’è stato un artista di cui non abbiano chiesto maggiori informazioni. Alcuni erano già noti.

È stata apprezzata la varietà di tecniche e la qualità delle opere nonostante il formato ridotto. L’unico limite che ho notato è nei confronti della Fiber Art, sempre e solo legata al nome di Maria Lai e ancora letta in maniera troppo superficia

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