La Nuova Sardegna

Il ricordo

Dieci anni senza la grande Mariangela Melato: l’amore per Renzo, Lina e la Sardegna

di Gabriella Grimaldi
Mariangela Melato con Giancarlo Giannini sul set in Sardegna
Mariangela Melato con Giancarlo Giannini sul set in Sardegna

L'11 gennaio l'anniversario della scomparsa dell'attrice milanese. Intensissimo il suo rapporto con l'isola

07 gennaio 2023
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Dieci anni senza Mariangela Melato. E prima, una vita di interpretazioni memorabili sia nel cinema che a teatro. «Vorrei che fosse ricordata di più» ha detto il suo grande amore Renzo Arbore, a pochi giorni dall’anniversario della morte, l’11 gennaio. E ha aggiunto: «Dieci anni per me sono pochi. È come se fosse andata via ieri. Perché non solo era un'artista di grandissimo talento, ma era proprio una donna, una persona bravissima. È stata una vera eccellenza italiana». Impressionante la lista di “grandi” con cui ha lavorato: da Luchino Visconti a Elio Petri, da Giorgio Strehler a Pupi Avati e poi Giuseppe Bertolucci, Garinei e Giovannini, Vittorio De Sica, Luigi Comencini.

Una carriera splendida quella della Melato, che si è intrecciata più volte con la Sardegna della quale però l’attrice milanese si era innamorata anche nella “vita privata”. Un legame segnato dalla lunga collaborazione con la regista Lina Wertmüller che nel 1974 la portò nell’incantata Cala Luna, a Capo Comino e a Cala Gonone per girare il famoso “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” accanto a un formidabile Giancarlo Giannini. Proprio lui alla Nuova raccontò di quei «faticosissimi mesi di riprese». «Correre sotto il sole, lavorare con i cerotti nei piedi per i tagli sugli scogli. E poi il primo giorno di riprese Mariangela scende dal letto e si taglia un piede. Subito di corsa in ospedale. Qualcuno inizia a dire che va sostituita, ma io, che ero anche il produttore, mi oppongo: volevo Mariangela a ogni costo. Certo, in quelle condizioni era più difficile lavorare. E soprattutto lievitavano i costi: non potevamo permetterci di affittare uno yacht per diversi giorni di riprese. Un giorno poi vado a Porto Rotondo e ho con me una macchina fotografica che mi aveva regalato Andy Warhol. Un ricco proprietario di una barca la vede e se ne innamora. Mi fa salire sul suo yacht e così io gli dico: “perché non venite con noi?”. Accettano, doveva trattarsi di un paio di giorni, invece poi Lina lo tiene intrappolato per più di venti. Ma quella era l’unica barca in cui Mariangela poteva stare seduta per le riprese. Poi per le scene in piedi all’interno del film ci saranno 7 o 8 controfigure». Anche Renzo Arbore, sempre in un’intervista alla Nuova parlò di quei giorni con nostalgia: «Bei ricordi a Cala Gonone, Cala Luna, Su Gologone. Un mese e mezzo nella Sardegna vera, non ancora turisticizzata».

E Mariangela tornò sull’isola più di dieci anni dopo, era il 1986, sempre come musa della Wertmüller in “Notte d’estate con profilo greco” in cui le affiancò Michele Placido. «La mia esperienza in Sardegna è stata meravigliosa – ha dichiarato l’attore –. Con Lina avevo lavorato a teatro e a sorpresa mi volle al fianco della Melato. L’isola fu una scoperta notevole, Lina la amava e la conosceva a menadito».

Ma la carriera della Melato è difficile da riassumere. Dopo anni di teatro in cui lavorò con Dario Fo e Luca Ronconi, esordì al cinema con Pupi Avati nell’horror “Thomas”. Il successo arrivò negli anni Settanta, grazie alla collaborazione artistica con Lina Wertmüller . Fu in questo periodo che ricevette la maggior parte dei suoi premi cinematografici, fra cui quattro David di Donatello e cinque Nastri d’argento. Per l’occasione, Rai Storia riproporrà “Mariangela!”, il documentario realizzato pochi mesi dopo la sua scomparsa da Fabrizio Corallo (l’11 gennaio alle 21.20).



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