Ginevra Di Marco: «Canto le donne guerriere che decidono il loro destino»
La cantautrice in tour teatrale nell’isola con Gaia Nanni
Nilde Iotti, Anna Magnani, Rosa Parks, Virginia Woolf, ma anche e soprattutto Rosa Balistreri e Caterina Bueno, due artiste simbolo della canzone popolare. Tutte “donne guerriere” le cui storie saranno raccontate tra musica e parole, tra canzoni e dialoghi da Ginevra Di Marco e Gaia Nanni, cantante la prima, attrice la seconda, con Francesco Magnelli al pianoforte e Andrea Salvadori alla chitarre. L’appuntamento con le “Donne guerriere” è per oggi a Olbia, domani a Ozieri e giovedì a San Gavino, tre serate teatrali sotto le insegne del Cedac.
Ginevra, quando una donna è guerriera?
«Secondo noi sono guerriere tutte le donne che hanno il coraggio e la forza di affermare le proprie idee e di cambiare il destino che la vita sembra avere fissato. Come nel caso di Rosa Balistreri e Caterina Bueno».
Le altre donne guerriere raccontate nello spettacolo?
«Lo spettacolo si apre con una sorta di elenco veloce fatto da me e Gaia dove raccontiamo le figure della storia che si sono distinte e hanno appunto nel loro campo determinato una piccola grande rivoluzione: scrittrici, attrici, politiche, premi Nobel».
Spettacolo sulle donne ma non femminista. Perché?
«Io credo che femminismo sia un termine un po’ logoro. Troppo spesso l’opinione pubblica crede che il femminismo sia un movimento che si basa sulla superiorità della donna sull’uomo. Non bisogna dimenticare quello che ha fatto il movimento in due secoli di storia, se non ci fosse stato oggi non saremmo qui, ma è un termine abusato che va ricostruito».
Ha lavorato per anni con Margherita Hack: era anche lei una donna guerriera?
«Assolutamente sì. Margherita era un grande esempio di donna libera. Si è imposta in un periodo storico in cui le figure femminili che potessero affermarsi nel proprio mestiere erano veramente rare. Lo ha fatto da giovane ed è stata libera tutta la vita. Curiosa, interessata, anticonformista. Per me è stata una frequentazione importante, quattro anni di amicizia e di lavoro che mi hanno insegnato quanto conta la sostanza di ciò che fai. Il tuo impegno, la tua passione, senza inutili orpelli, in un mondo in cui conta solo apparire».
Siamo nell’epoca dei selfie alla camera ardente: vedi il caso Maria De Filippi.
«È una cosa allucinante. Ma come si fa? Non siamo più capaci di ascoltare il silenzio, la sacralità delle situazioni».
Oggi ci sono una premier e una leader del Pd: sono donne guerriere anche loro?
«Direi proprio di sì. Sono felicissima dell’elezione di Schlein. Mi sembra una persona giustamente guerriera. Mi dà una bella sensazione: donna che vive le sue libertà, emancipata, intelligente. Spero possa portare questa sinistra a richiamarsi tale».
Poche donne nei festival, nei convegni, anche a Sanremo: c’è una questione femminile?
«Io ho un ottimo rapporto con il genere maschile da quando sono piccola. Mai vissuto nel mondo della musica situazioni urticanti come donna. Quando il valore delle persone c’è viene fuori. Ovvio che la società ha avuto un predominio maschile e ci sono tante lotte da portare avanti, ma per la mia esperienza non ho mai sofferto. Ho iniziato nell’ambiente del Csi, ho respirato quel mondo cominciando a 20 anni, mi sono formata con quel tipo di pensiero. Da sempre decido tutto io».
Dopo il tour teatrale?
«Continuano i concerti, ancora il disco su Tenco, il lavoro fatto per il centenario di Margherita. E poi qualche spettacolo con Franco Arminio. Ci siamo incontrati, conosciuti e piaciuti. Mischiamo poesia e canzone».