La Nuova Sardegna

L’intervista

Licia Colò: «Canale 5 mi licenziò: fu la mia svolta. Gli editori migliori mai avuti? I vescovi»

di Alessandro Pirina
Licia Colò: «Canale 5 mi licenziò: fu la mia svolta. Gli editori migliori mai avuti? I vescovi»

La conduttrice sarà l’11 giugno ad Alghero per Nautic Event: «Mio nonno era sardo, è una terra che amo, ma oggi è collegata troppo male»

04 giugno 2023
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Quando in tv si parla di natura, animali, viaggi non può che venire in mente il suo nome. Da oltre trent’anni Licia Colò è il volto della televisione che porta gli spettatori in giro per il mondo. Da Canale 5, dove ha mosso i primi passi, alla Rai, dove si è consacrata come signora green del piccolo schermo, fino a La7, dove ha appena concluso la quarta edizione di “Eden - Un pianeta da salvare”. Domenica 11 giugno la conduttrice approderà ad Alghero, ospite d’onore di Nautic event, la tre giorni dedicata ai porti turistici.

Nel 2002 ha ricevuto il Premio Alghero Donna, sempre ad Alghero ha fatto tappa con una puntata di “Eden”.
«Mi piace molto. Alghero offre tante cose, non è grande, ma ha tante risorse e opportunità. Spiagge belle, un centro storico curato, il Parco di Porto Conte. Mi piace tornare. Sarà perché parte del mio dna è sardo».

Mamma che fa Cappai di cognome, nonno di Cagliari: il suo legame con l’isola?
«Purtroppo mio nonno non l’ho mai conosciuto, è morto quando mia mamma era giovane. La Sardegna dunque ho iniziato a frequentarla da adulta. Uno dei viaggi più belli fu un giro dell’isola in moto con un mio vecchio fidanzato. Erano i primi di aprile, una primavera stupenda, non come quella di quest’anno. È un viaggio che mi è rimasto impresso. In una ipotetica totale libertà mi piacerebbe scappare ad aprile e regalarmi 15 giorni di vacanza in Sardegna».

Un luogo della Sardegna che non ha ancora visitato?
«Tanti. In alcuni viaggi in auto mi sembra di essere in un altro Paese. In quell’ipotetico viaggio mi piacerebbe vedere i bei laghi interni e le zone desertiche. Posso aggiungere una cosa che però non mi piace della Sardegna?».

Prego.
«Un tempo era collegata meglio, oggi c’è una differenza enorme con la Sicilia. La Sardegna è isolata. A luglio verrò in vacanza, su Cagliari ho trovato voli solo alle 7 del mattino o della sera. Non è giusto, siamo in Italia».

La Licia bambina sognava la televisione?
«Manco per niente. Volevo fare tutt’altro. Prima la veterinaria, poi ho scoperto che il sangue mi impressionava. Poi, visto che mio padre era pilota di aerei, sognavo di guidare gli elicotteri per atterrare dove volevo. C’è stato poi un periodo in cui sarei voluta andare a vivere in Canada per fare le guida naturalistica e sposare un boscaiolo».

Il debutto a Bim bum bam in coppia con Paolo Bonolis.
«Un bellissimo periodo. Mi dispiace solo che mi abbiano cancellata. Era la tv dei ragazzi nata con me, Paolo e Uan, molto più che un pupazzo a cui Giancarlo Muratori era riuscito a dare vita. Però Mediaset quando parla della storia di Bim bum bam cita solo Paolo e chi è venuto dopo».

Ricordi della tv di allora?
«Allegra, spensierata, divertente. Ma anche seria: il nostro regista era Stefano Vicario, che oggi dirige tutti i megashow».

Silvio Berlusconi?
«Conosceva tutti per nome, simpatico, gentile. Era un alieno, e anche ora lo è. La sua energia, la sua forza mi colpiscono».

Poi Buona domenica con Maurizio Costanzo.
«Il più grande maestro che ho avuto. Ho lavorato con tanti, ma sono pochi quelli che vogliono insegnarti qualcosa, quelli che vogliono facilitarti la strada. Maurizio è stato uno di quelli, mi ha insegnato a sintonizzarmi con le persone. Di lui ho un bellissimo ricordo».

A un certo punto lascia l’intrattenimento per “L’arca di Noè”: quale fu la molla che la portò a cambiare genere?
«Fu un periodo di difficoltà. Ai tempi facevo un programma che non mi piaceva, “Fans club”, all’interno della domenica di Canale 5 in cui c’erano tutti: Mike, Baudo, Bonaccorti. Io conducevo con Gian Marco Tognazzi, avevamo un rapporto delizioso, ma il programma non mi piaceva. Sono andata dal capostruttura, glielo ho detto e mi hanno licenziata. Mi sono trovata a decidere cosa fare della mia vita. Lì ho avuto l’idea dell’Arca di Noè, ci ho impiegato un anno a convincere il capostruttura. Alla fine la puntata zero andò benissimo e così la mia vita ha preso una nuova strada».

Nel 1988 è nel cast delle Finte bionde dei Vanzina.
«Ero disoccupata, mi dovevo mantenere da sola ed era normale cercare lavoretti. Feci due film e uno non l’ho mai visto».

È stata per anni un volto della Rai: quando le tolsero il Kilimangiaro si sentì tradita?
«Con il senno di poi riesci a vedere le cose in maniera diversa. Sono una persona che ha sempre mantenuto una linea dritta, convinta delle mie idee. In Rai ogni volta che cambia la direzione cambia tutto, lo vediamo anche ora. Arrivò un direttore (Andrea Vianello, ndr) che iniziò a intervenire in maniera pesante sul programma, le mie posizioni non erano in linea con le sue e mi mandò via. Diciamo che mi sono creata le condizioni per essere mandata via. Se avessi eseguito gli ordini forse sarei ancora lì».

Da anni lavora per Tv2000: che editori sono i vescovi?
«In assoluto i migliori mai avuti. Mai sentiti, nessunissima interferenza».

In prima linea per l’ambiente e gli animali: quanto fa la politica su questi temi?
«Fa solo a parole. Parlare di animali e ambiente fa comodo, ma non vedo altro. Per la politica sono temi di serie B».

Nel 2019 si parlò di lei come candidata M5s alle Europee: si è mai pentita di avere detto no?
«La politica la devi fare quando hai le basi. La politica non è solo agire, serve l’esperienza. È come scalare l’Everest. Piaccia o meno, Giorgia Meloni è una che fa politica da tutta la vita. A un comico o a un cantante, salvo eccezioni, darei meno fiducia. Io non mi vedrei in politica, mi eliminerebbero subito».

L’arca di Noè, Geo, il Kilimangiaro, Il mondo insieme, Niagara, Eden: ha mai contato quanti viaggi ha fatto?
«Oggi c’è questa moda di fare la classifica dei viaggi. Sinceramente non credo di avere visitato un numero mostruoso di Paesi. Spesso ho preferito tornare in un luogo. Ne ho visto tanti, ma della gara non me frega niente».

Il luogo da sogno che non ha ancora visitato?
«Per anni ho detto le Isole Svabard, ma mi è passata la voglia visto il loro territorio divorato. Non amo andare nei posti in cui c’è sofferenza, preferisco tornare nei posti che mi hanno lasciato un bel ricordo. Allora dico il Nord del Canada o l’Alaska».

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