Marina Massironi: «Sì alla tecnologia, ma con i social ho un rapporto di amore e odio»
L’attrice parla dello spettacolo “Il marito invisibile” che porterà nei teatri dell’isola con Maria Amelia Monti
Marina Massironi tiene a battesimo la stagione di prosa di alcuni teatri isolani, da Nuoro a Macomer, da Sassari a Cagliari. Con lei anche Maria Amelia Monti. Le due attrici sono le protagoniste di “Il marito invisibile”, una originale commedia in videocall che ritorna per il secondo anno in Sardegna all’interno del cartellone Cedac. La prima sarà l’8 novembre a Nuoro, l’indomani a Macomer, il 10 al Verdi di Sassari, mentre l’11 e il 12 tappa al teatro Massimo di Cagliari.
Di nuovo in Sardegna con “Il marito invisibile”. Che esperienza è stata lo scorso anno?
«Io ero completamente senza voce. Andò abbastanza bene nella prima replica ad Arzachena, poi a Cagliari fu molto faticoso. Uno spettacolo non ero riuscita neanche a farlo. Fu particolarmente doloroso vedere il teatro zeppo e dovere sopperire alla mancanza di voce mandando un video dello spettacolo. Andò bene, ma non fu la stessa cosa. E infatti promisi che saremmo tornate. E ora eccoci qua».
Terzo anno di repliche. Come è dividere il palco con Maria Amelia Monti?
«C’è un feeling ottimo, anche se non avevamo mai lavorato insieme. Abbiamo lo stesso modo di concepire il lavoro. Sarà che proveniamo dalla stessa formazione, dalla comicità milanese. E poi calchiamo i palcoscenici da molto tempo. Ci siamo sempre viste reciprocamente con stima e ora Edoardo Erba - che con Maria Amelia lavora da anni e con me aveva fatto già uno spettacolo - ha deciso di metterci assieme. Dobbiamo avere molta fiducia in noi, anche se nello spettacolo non ci guardiamo mai. Non è semplice. Ma qualche volta improvvisiamo».
Lorella è la moglie di questo marito invisibile. Che personaggio è?
«È una donna fragile, con un grande sogno d’amore. È una che nella vita ha preso numerose cantonate, ha sempre avuto uomini sbagliati, tutta una serie di esperienze fortunate. Ora però è molto felice perché annuncia all’amica di avere trovato finalmente l’uomo perfetto. Un uomo che esiste veramente ma che non si vede. Un po’ una metafora del mondo di oggi, tanto che tutto lo spettacolo si svolge in videocall. E fa riflettere sulla sparizione delle relazioni reali a favore di quelle virtuali».
Il suo rapporto con la tecnologia?
«Molto buono, mi sono sempre trovata bene, la uso con facilità. Con i social è un po’ diverso, ho un rapporto di amore e odio. Vorrei riuscire a governarli ma sono loro che ci governano. Se vuoi usarli bene ci devi lavorare. Forse è anche una cosa generazionale, ne parleremo anche in un incontro domenica 12 a Cagliari: io sono più analogica che digitale».
Ha nostalgia dei telefoni fissi o delle cabine telefoniche?
«Delle cabine no, non mi sono mai piaciute. Del telefono fisso sì, non tanto del mezzo quanto del periodo, quello del calore familiare. Per il resto non rinnego la comodità del telefonino».
Si può vivere senza smartphone?
«Sicuramente si può vivere, si deve volere vivere senza».
Lei riesce?
«Sì, sono anche capace di lasciarlo. Ci sono momenti in cui lo escludo dalla vita».
Con Aldo Giovanni e Giacomo ha fatto cinema, teatro, tv: si sentiva la quarta del trio?
«Io ero la prima e unica al femminile. Era una formula tre più uno, tre contro uno. Io portavo il mio punto di vista femminile dentro un mondo goliardico maschile: per questo non potevo essere la quarta».
Piccioni e Soldini hanno svelato un suo lato diverso. Si diverte di più a fare ridere o in ruoli drammatici?
«Mi piace fare tutto quello che ha un senso. La comicità mi è sempre piaciuta tanto. Veicolare anche messaggi importanti attraverso la leggerezza crea empatia e corrispondenza, aiuta molto a parlarsi, ad accettare molti concetti. Ma non credo che i ruoli comici siano migliori di quelli drammatici».
Che esperienza è stata Lol?
«Strana. Non ti danno il tempo di metabolizzare, nel momento in cui sei entrata il gioco è già finito. Ma comunque la rifarei, è stata una esperienza interessante, istruttiva».
Com’è oggi la comicità in tv?
«Me lo chiedo anche io. Vedo spesso cose che mi divertono molto, anche sui social. Oggi c’è più competizione, più offerta. Ai miei tempi a inizio settimana facevamo un brainstorming di tutti i comici e ognuna buttava giù le proprie idee, spesso le regalava, c’era grande collaborazione. Ora non so come funzioni: oltre Lol - che era un gioco - non ho più fatto nulla in tv».