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Storia

In un volume di oltre 800 pagine l’archivio privato di Cossiga

In un volume di oltre 800 pagine l’archivio privato di Cossiga

Il ricchissimo materiale del presidente donato dalla famiglia alla Camera. I figli: «I suoi scritti e lettere testimoniano l’ampiezza dei suoi interessi»

14 gennaio 2024
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«Ho potuto scorrere il vasto indice delle migliaia di unità che compongono l’insieme dell’archivio privato del presidente Francesco Cossiga. Mi ha colpito come i titoli dei carteggi che ci ha lasciato siano sufficienti a farci intravedere non solo la vastità dei suoi interessi, ma anche la complessità della sua personalità e del suo carattere», ha scritto Luigi Zanda in uno dei saggi introduttivi all’Inventario delle carte lasciate da Cossiga. Per scelta della famiglia - i figli Anna Maria e Giuseppe Cossiga - l’archivio del presidente emerito, dopo la morte - avvenuta a Roma il 17 agosto 2010 -, è stato donato all’Archivio storico della Camera, sotto la presidenza di Gianfranco Fini. Dopo un lavoro pluriennale di ordinamento e inventariazione analitica delle carte, viene ora presentata (mercoledì 17 gennaio alle 15,15, sala Regina, Montecitorio) la versione stampa in volume di cui sarà pubblicata in rete la versione digitale (htpps://archivio.camera.it). Condizionato in 308 buste numerate progressivamente da 1 a 307, si compone nell’insieme di 3474 unità archivistiche che coprono gli anni che vanno dal 1944 al 2011, ed è così strutturato: il nucleo documentario vero e proprio di Cossiga, suddiviso in due sezioni e composto di 3473 fascicoli, al quale è aggregata un’unità archivistica che costituisce l’esiguo fondo prodotto dall’Associazione Francesco Cossiga.

Dopo l’intervento del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e il saluto di Giuseppe Cossiga, parleranno Miguel Gotor e Giuliano Ferrara, moderatore Pasquale Chessa. La presentazione sarà completata da brevi interventi degli autori dei contributi introduttivi al volume: dall’ex premier Giuliano Amato (Il primato della politica) alla diplomatica Elisabetta Belloni (Sui tornanti della storia) e poi l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro (La lettera ritrovata), l’ex ministro Marco Minniti (Il costruttore), il prefetto Enzo Mosino (Il senso delle Istituzioni) l’ambasciatore Ludovico Ortona (Il Presidente) gli economisti Paolo Savona e Carlo Viviani (Cossiga e l’economia), l’ex portavoce di Cossiga Luigi Zanda (Il “multiforme ingegno”) e il giornalista Pasquale Chessa (Materiali per una biografia politica).

«Francesco Cossiga era un uomo, per così dire, “particolare”, sfaccettato; in una parola: complesso. Chi lo ha conosciuto bene, lo sa – scrivono nella presentazione del volume i figli Anna Maria e Giuseppe –. Nostro padre era così: ci lasciava discutere su tutto, soprattutto se si era in disaccordo. Il suo archivio lo rispecchia: non contiene soltanto documenti strettamente “politici”, ma lettere e scritti che testimoniano l’ampiezza dei suoi interessi. Dopo la sua scomparsa, ci siamo resi conto che non era possibile conservare privatamente tutte quelle carte né, tantomeno, dar loro un ordine razionale. Ci sembrava, inoltre, giusto che fossero messe a disposizione “dei posteri”, come si dice... Ringraziamo anche, con affetto, l’amico Pasquale Chessa, che nostro padre ha voluto come curatore del suo archivio, e che con noi dedica molto del suo tempo perché questi documenti siano conosciuti e messi a disposizione degli studiosi».
 

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