La Nuova Sardegna

Nikzone

Quando l’arte pop ribalta i ruoli di genere: il casalingo perfetto creato grazie all’Ai

di Andrea Massidda
Quando l’arte pop ribalta i ruoli di genere: il casalingo perfetto creato grazie all’Ai

Dall’8 al 31 marzo al Ghetto di Cagliari la mostra dell’artista sarda che realizza le sue opere sfruttando la sua creatività con l’Intelligenza artificiale

02 marzo 2024
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Chi fa parte della cosiddetta generazione dei boomers (1946-1964) ricorderà di sicuro certe inserzioni pubblicitarie color pastello che negli anni Cinquanta – ma anche all’inizio dei Sessanta – apparivano sulle riviste femminili, con la donna sorridente e inevitabilmente relegata in cucina a preparare manicaretti per il marito lavoratore, a risciacquare stoviglie o a caricare i panni sporchi di tutta la famiglia nelle primissime lavatrici. Réclame, come si chiamavano allora, che adesso – cioè a distanza di oltre mezzo secolo e in tempi di post rivoluzione sessuale – appaiono quanto meno grottesche. Tuttavia, a riscattare in modo geniale e definitivo quelle casalinghe imbrigliate nello stereotipo ora è arrivata persino l’arte pop, che grazie al sapiente utilizzo dell’Intelligenza artificiale dimostra come l’angelo del focolare non debba per forza essere una donna, ma anche un uomo: perché no?

A suggerirlo con ironia e apprezzabile stile è la cagliaritana Nikzone (alias Nicoletta Zonchello), artista che partendo da un’accurata ricerca sulle vecchie riviste e poi giocando con algoritmi e modelli di apprendimento automatici, ha realizzato una serie di immagini stampate e proiettate inserite nella mostra dal titolo programmatico “Il casalingo perfetto”, visitabile al centro culturale il Ghetto di Cagliari dall’8 a l 31 marzo.

Il progetto multimediale, a cura di Caterina Ghisu, è sorprendente anche per la sua efficacia nello stimolare una riflessione sui confini sociali e culturali che definiscono i generi, sfruttando la potenza dell’immagine come mezzo di indagine e critica. «Nikzone – spiega la curatrice dell’esposizione – invita il pubblico a considerare come le alternative alla realtà consolidata possano offrire nuove prospettive sulla struttura della società contemporanea, mettendo in luce le possibilità di trasformazione e comprensione oltre i tradizionali schemi di genere».

L’impatto delle opere create da Nicoletta Zonchello moltiplica le riflessioni sullo stato attuale dell’uguaglianza di genere, riconosciuta come un diritto umano fondamentale, ma ancora lontana dall’essere pienamente raggiunta. «L’artista – continua Caterina Ghisu – non rischia di restare intrappolata in qualche forma di retorica, di narrazione didascalica, nel mettere in evidenza oltre mezzo secolo di cura della famiglia e lavoro domestico non retribuito, senza responsabilità condivise all’interno del nucleo domestico».

E inoltre – particolare da tenere ben presente – Nikzone non auspica l’avvento di un casalingo perfetto, anzi. «Con questa storia alternativa – conclude la curatrice della mostra – semmai l’artista ci fa vedere chiaramente, come scrisse il filosofo, sociologo e artista Guy Debord, che immaginare un tempo che non è esistito diventa l’alienazione necessaria in cui il soggetto si realizza perdendosi, diviene altro per divenire la verità di se stesso».
 

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