La Nuova Sardegna

Intervista

Marco Bonini: «Mi metto nei panni di una donna contro gli stereotipi di genere»

di Alessandro Pirina
Marco Bonini: «Mi metto nei panni di una donna contro gli stereotipi di genere»

L’autore parla del terzo libro "Se mi manchi è più bello" e dei suoi progetti: il teatro, la tv con Vanessa Incontrada e la tessera del Circolo nautico di Olbia

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Un libro di storie e di emozioni, di quelle che ognuno si porta dietro dall’infanzia, di quelle che rimandano a un’epoca in cui la fantasia e la memoria non erano state cancellate da emoticon e like, di quelle che fanno sentire vicino anche chi si trova a chilometri di distanza. “Se mi manchi è più bello” porta la firma di Marco Bonini, attore, sceneggiatore e ora anche scrittore.

Marco, cosa l’ha spinta a scrivere questo terzo libro?
«L’occasione è stata il primo racconto che ho scritto per il teatro per Cristiana Capotondi. Mi piaceva l’idea di raccontare la storia di una mamma che a sua volta racconta alla figlia una storia che affronta temi attuali in modo fiabesco. Parla di guerra a una bambina e lo fa in modo che la guerra diventi, se possibile, un evento positivo. Perché di fatto nella storia così accade: la guerra fa superare un problema di classe. Da quella occasione il produttore Stefano Francioni, che è anche l’editore, mi ha chiesto di sviluppare lo stesso concetto in uno spazio più grande. E così mi è venuta in mente l’idea di allungare la trasferta lavorativa di quella mamma del primo racconto. I temi affrontati sono gli stessi, sempre non da bambini ma per i bambini».

Le donne sono al centro del libro, sia come protagoniste delle storie che come voce narrante. Una scelta o un caso?
«Una scelta precisa. Nel libro precedente avevo scritto che la questione di genere si può superare imparando a recitare, mettendosi nei panni di altri. Lo dicevo da attore. E lo ribadisco: già a scuola si dovrebbero imparare la grammatica e la sintassi delle emozioni. Questo fanno gli attori. E così mi sono voluto mettere nei panni di una donna lavoratrice per affrontare questo stereotipo di genere che prevede che la donna debba scegliere tra lavoro e famiglia. In questa famiglia la donna parte per lavoro, il padre ha scelto di stare a casa e occuparsi della famiglia. È stata una scelta per provare a ribaltare lo stereotipo di genere. Il centro teorico del libro è che la distanza fisica non è importante, conta la distanza psicologica. A fare soffrire non è che la persona sia lontana, ma la sensazione della sua lontananza. Nel libro sono tutte storie della buonanotte, quel momento di trapasso tra il conscio e l’inconscio. Una storia colma la distanza più di una telefonata».

Non crede che la società di oggi si sia impigrita e coltivi sempre meno fantasia e memoria?
«Purtroppo entriamo in un discorso politico. Non è un caso che quella sia la logica conseguenza di un sistema che non prevede emozioni e relazioni come valore. Nulla è da conservare, da sviluppare, da coltivare. E il risultato è che oggi gli uomini e anche le donne sono analfabeti. Con la nostra associazione, Unita, abbiamo provato a proporre l’educazione teatrale come materia curriculare. Non come lo spettacolino di fine anno ma come competenza linguistica. Noi abbiamo bisogno di raccontarci per capire chi siamo».

Questo libro può essere una sceneggiatura per un film?
«Chissà. Adesso fare un film è molto complicato. Le storie sono storie, che siano contenute in due minuti di canzone, in un racconto scritto, in uno spettacolo, in un film. Quello che conta è raccontare. “Voglio dare un senso a questa storia”, dice Vasco. E questa è l’esigenza primaria di noi esseri umani, e ancora di più di noi artisti».

L’altro giorno ha presentato il libro a Olbia.
«Sono socio del Circolo nautico. Io sono un velista, ho trascorso lo scorso inverno alla Maddalena. A Olbia mi hanno accolto e spero di passarci tanti anni».

Nel 2025 tornerà nell’isola a teatro con Perfetti sconosciuti.
«Come attore è uno spettacolo veramente gratificante. Non ho mai raccolto così tanto con così poco sforzo. È talmente scritto bene che va da solo...».

Libro, teatro… e poi?
«A febbraio sarò su Canale 5 con la serie di otto puntate “Tutto quello che ho”, dove sono protagonista insieme a Vanessa Incontrada».

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