Fenomeno Belen, una vita in vetrina a portata di click
Le feste in Costa, le cene con gli ex. E l'amore con De Martino che fa impazzire il web
Sassari C’è un punto preciso, nella storia d’Italia. Un punto preciso, anzi un punto inguinale: Sanremo, 2012. Belén Rodriguez scende la scalinata, lo spacco è profondo, sbuca una farfallina. Non vera, ma tatuata. Eppure viva: perché da allora non ha più smesso di volare. L’Italia intera si blocca. Da lì, più nessuno ha ricordato chi vinse quel Festival. (E per dovere di cronaca lo diciamo noi. Lo vinse Emma Marrone, con la canzone “Non è l’inferno”, perché il destino, quando si mette a scherzare con le vite altrui, sa essere anche bastardo). Insomma di quel 12 febbraio 2012, più che le canzoni tutti ricordano lei. Anzi: lei e la farfallina. E da lì è nato tutto. Da quel momento Belen non ha bisogno di fare nulla. Le basta esserci.
Bella, simpatica, a tratti malinconica, con un curriculum che spazia da TeleBoario all’Ariston. È la dimostrazione vivente che in Italia, se hai carisma e bellezza (e un buon tatuatore), puoi attraversare vent’anni di carriera restando sempre lì, al centro dell’attenzione. Noi della Nuova Sardegna, che pure raccontiamo incendi, siccità e sanità che cade a pezzi, lo sappiamo bene. Basta una foto di Belen, e la cronaca svapora, cede il passo al gossip. Belen in vacanza a Porto Cervo, Belen a cena con Stefano De Martino insieme a Ciro Ferrara e Biagio Izzo, Belen che festeggia a Porto Cervo il compleanno della figlia Luna Marie insieme all'ex compagno Antonino Spinalbese. I like si accatastano, i commenti rimbalzano, le visualizzazioni esplodono. Lo vediamo nei numeri, nelle condivisioni, nei commenti. È come se toccassimo una corda emotiva. Belen è il risultato di una lunga mutazione genetica del costume italiano: modella, poi fidanzata di un calciatore (Borriello), poi di un paparazzo (Corona), poi sposa (De Martino), compagna (Spinalbese) madre (Santiago, Luna Marì), quindi imprenditrice della bellezza.
Un corpo offerto da ogni angolazione. Ma con la fotocamera quasi sempre rivolta dal basso verso l’alto, come si fa con le statue. E Stefano De Martino? È il suo yin, il suo yang, il suo algoritmo vivente. Loro si mollano, ma noi non li molliamo mai. Un legame invisibile li unisce ancora, come quei fili elettrici che non si vedono, ma accendono le luci. Si sono lasciati, ma è come se fossero ancora legati da un cordone ombelicale che li nutre di like. È stato l’amore della sua vita, poi l’errore, poi il ritorno, poi il dubbio. Adesso è una presenza costante, anche quando non c’è. Insieme sono come certi astri: magari non servono a nulla, ma se sparissero, lo sentiremmo. Lui è bello, gentile, ironico. Ex ballerino, oggi conduttore, domani chissà. Che ha un potere tutto suo: farsi perdonare. Un latin lover 2.0
L’ultima genialata è un’operazione nostalgia di Belen: rewind, nastri riavvolti a quel fatidico Sanremo 2012. Qualche settimana fa ha riesumato dal bozzolo la famosa farfallina. Questa volta non più tatuata, ma imbibita — parola meravigliosamente scientifica — in una maschera per la vulva. Si chiama Mia Libre, ed è l’ultimo gesto imprenditoriale di Belen, che ha trasformato un dettaglio anatomico in brand, e una pagina di gossip in una storia di marketing evolutivo. Forma: farfallina. Slogan: “Godetevela!”. Ingredienti: acido ialuronico, fitocollagene, una punta di marketing e morbosa curiosità. Alla fine viene da chiedersi: che cosa cerchiamo, ogni volta che clicchiamo sul nome di Belen e Stefano? Forse un po’ di leggerezza. O forse un’illusione più grande: che la bellezza non svanisca, che l’amore sia riciclabile, che si possa invecchiare senza sparire.