L’era del Twiga inizia nel segno di Belen
Tra gli ospiti della serata anche il governatore del Veneto Luca Zaia
Olbia C’era una volta il Billionaire. Ora c’è il Twiga. Sulla collina di Pantogia è iniziata un altro capitolo e un quarto di secolo è finito nel libro di storia di Porto Cervo. Il Twiga è il marchio che la società Lmdv dell’imprenditore Leonardo Del Vecchio ha acquistato insieme, fra gli altri, al locale smeraldino che dal 1998 ha fatto parlare di sé insieme al proprietario Flavio Briatore. L’inaugurazione ha svelato la realtà del Twiga (che significa Giraffa in lingua swahili). La simpatica giraffa con gli occhiali da sole e la linguetta fuori compare nel logo del club e nei van che trasportano i clienti. Chi invece arriva con la propria auto trova il parcheggio, paga 50 euro, evita la faticaccia dell’ascensione sulla collina e salva la privacy. Pienone nei due ristoranti (Casa fiori bianchi e Vesta) per la serata inaugurale, con qualche personaggio che ha fatto da contorno alla serata di venerdì. Fra i vip presenti un politico di razza come Luca Zaia, governatore leghista del Veneto. Camicia bianca e jeans, Zaia ha cenato nel ristorante in cima al club e ha lasciato presto il Twiga, salutando chi lo ha riconosciuto.
Chi invece è rimasta a lungo è stata Belen Rodriguez, che indossava un semplice abitino bianco in cotone. Dopo la cena nel ristorante Casa fiori chiari, ha raggiunto subito con i compagni della serata il privé alle spalle del deejay. La posizione ideale per potersi divertire e allo stesso tempo non essere troppo a contatto con chi stava in pista. La showgirl argentina si è divertita ballando quasi sempre sino al momento in cui, intorno alle 2.30 del mattino ha deciso di andar via. Ma cosa è cambiato rispetto al regno di Briatore? Nell’idea dei nuovi proprietari c’è l’idea di un locale raffinato, niente gossip ma divertimento adeguato per i clienti altospendenti. Traccia di continuità nel management: la sassarese Laura Cadeddu è l’amministratrice delegata del Twiga Porto Cervo e porta la sua esperienza nella nightlife smeraldina. I lavori di restyling costati qualche milione ma non hanno praticamente intaccato la geografia della struttura. Chi ha frequentato il locale ritroverà la stessa distribuzione degli spazi, dalla lunga scalinata che porta alla discoteca, alle aree ristoranti, i privè, i bar. La prima differenza è la presenza di massicce colonne nere che rendono un po’ scuri la maggior parte degli ambienti. Più funzionali le toilette. Cambiati anche il disegno e l’arredamento dei due ristoranti. Il Casa fiori Chiari: bar subito a inizio sala, tavoli in legno piastrellati di color verde sulla superficie, nella sala campeggiano alcuni alberi finti costruiti con un magico intreccio di corde. L’atmosfera è da raffinato locale italiano mentre la cucina sforna per i clienti (si raggiungono i 250 coperti) piatti classici con le immancabili rivisitazioni in chiave moderna. Il ristorante Vesta, con annesso un altro bar, invece è nella parte alta della struttura offre 150 coperti. Il menu prevede l’offerta di classici sapori mediterranei con in primo piano i prodotti del mare. Tornando in sala disco la novità più grossa è l’aver spostato al centro della pista la consolle. Una scelta che porta ad avere il massimo della concentrazione delle persone in quello spazio e un contatto diretto con il deejay come è successo venerdì quando a mixare ci ha pensato Kaz James, dj australiano che ha portato al massimo dei decibel la musica techno, coinvolgendo tutti. Il cammino è appena iniziato, a decretare il successo sarà come sempre la gente che frequenterà Pantogia. La sfida con il fantasma di Briatore è aperta.