Guide dell’Espresso 2026, trionfa la Sardegna: ecco tutti i premi a ristoranti e cantine
Antonino Cannavacciuolo conquista il punteggio più alto. Nella mappa enogastronomica d’Italia, l’isola si conferma una delle regioni più ispirate
Nell’imponente Teatro degli Arcimboldi, Milano ha celebrato la 46ª edizione de ‘Le Guide de L’Espresso’, accendendo i riflettori sull’Italia del gusto. Un evento che ha mescolato cultura e passione, unendo cuochi, produttori e giornalisti in un’unica storia fatta di sapori, idee e visioni. Il cibo e il vino sono apparsi per ciò che davvero sono: cultura, arte, impresa e linguaggio sociale.
Sul palco hanno sfilato i grandi protagonisti dell’anno: 21 ristoranti premiati con i 5 cappelli e sette cantine insignite del “110 cum laude”. Ha entusiasmato la platea la vittoria di Antonino Cannavacciuolo, che conquista il suo primo massimo riconoscimento, accanto alla chef di origine canadese Jessica Rosval, simbolo di una cucina che parla di inclusione e futuro: ha fondato Roots, il ristorante-scuola di Modena per donne migranti; gastronomia come strumento di emancipazione e inclusione. Tra i momenti più intensi, l’intervento dello chef Bottura, che ha ricordato il lavoro della sua associazione Food for Soul, attiva con mense solidali in tutto il mondo. «Cucinare è un atto di amore e di responsabilità – ha detto –. Non possiamo parlare di eccellenza se non condividiamo ciò che abbiamo».
A fare da cornice, il ministro Francesco Lollobrigida, che ha sottolineato come la cucina italiana sia un motore di crescita e coesione: un settore capace di creare lavoro, di trainare il turismo agroalimentare e di rappresentare nel mondo la qualità e l’umanità del Paese. Se l’Arcimboldi è stato il cuore pulsante della serata, la Sardegna è stata parte della sua anima: nell’edizione 2026, l’isola si conferma una delle regioni più ispirate della mappa gastronomica italiana, luogo dove radici e tradizione incontrano una nuova consapevolezza.
Tutti i riconoscimenti
Al vertice, Fradis Minoris (Pula), premiato con 17/20 e 3 cappelli, laboratorio di sostenibilità e dialogo con il mare e la laguna. Con due cappelli si distinguono Arke (Quartu Sant’Elena), Luigi Pomata (Cagliari), Blú (Golfo Aranci) e Su Carduleu (Abbasanta): quattro tavole che raccontano un’isola in continua trasformazione, capace di mescolare tradizione e modernità. A completare il quadro, Arieddas (San Luri) e Is Femminas (Cagliari), che portano in sala l’essenza domestica e sincera della cucina sarda.
Nel vino, l’isola parla con voce sempre più autorevole. Le storiche Argiolas, Sella & Mosca, Santadi e Contini restano i pilastri dell’enologia regionale, mentre nuove firme come Antonella Corda, Su’entu, Siddùra, Surrau, Podere Guardia Grande e l’eccellente Cantina di Calasetta completano un quadro produttivo ricco di personalità e sfumature. raccontano una Sardegna moderna, sostenibile e stilisticamente matura. Qui il vino è racconto e territorio, ma anche innovazione: una filiera che unisce generazioni e crea valore, simbolo di un’economia agricola capace di rigenerarsi e di attrarre nuovi viaggiatori del gusto. Il Vernaccia di Oristano Riserva Antico Gregori 1991 di Contini, premiato con 100 punti, è l’emblema di questa rinascita: un vino che parla il linguaggio dell’eccellenza con accento sardo.
Dalle cucine ai vigneti, la Sardegna delle Guide de L’Espresso 2026 è un laboratorio di futuro e identità. Un’isola che si racconta anche attraverso il gusto, tra orgoglio, memoria e una sana voglia di rivoluzione.
