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Cultura

Nel 2026 una mostra storica: i giganti di Mont’è Prama insieme ai bronzi di Riace

di Luca Urgu
Nel 2026 una mostra storica: i giganti di Mont’è Prama insieme ai bronzi di Riace

Il prossimo anno le grandi sculture in calcare potrebbero fare ritorno a Cabras unendosi ai simboli della civiltà dell’antica Grecia

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Un incontro tra titani. Un connubio tra le grandi sculture in calcare di Mont'e Prama e i bronzi di Riace con la possibilità, un giorno, di poterli ammirare insieme in una mostra. Il 2026 potrebbe essere l’anno del ritorno a casa dei giganti di pietra, accolti nei nuovi spazi del museo di Cabras, ma anche di uno straordinario incontro sulla rotta tra la Sardegna e Calabria e tra la civiltà dell’antica Grecia e quella nuragica. Una prospettiva che è molto di più di una suggestione e che dopo l’incontro di ieri è sempre più reale e vicina. Le basi di una collaborazione che si può concretizzare con progetti comuni e scambi dei rispettivi tesori era nell’aria da tempo, anche se una forte accelerazione in questa direzione c’è stata a Paestum nel corso della 27esima Borsa internazionale del turismo archeologico che si chiude oggi, dopo quattro giornate dense di impegni. Qui le governance della Fondazione Mont'e Prama e del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (Marrc) si sono incontrate e hanno iniziato a pianificare un percorso comune. «È una proposta allettante e un’iniziativa che potrà far parlare ancora di più sia dei bronzi sia dei giganti, perché sono opere straordinarie – ha detto Fabrizio Sudano, direttore del Marrc dal gennaio 2024 –. Quello che si è tenuto qua a Paestum è un incontro interlocutorio ma ci ha permesso di iniziare un discorso che promette bene per il futuro. Diciamo che si tratta di una gran bella notizia, capace di arricchire entrambe le nostre realtà. D’altra parte, quando dietro questi progetti ci sono le persone oltre alle istituzioni si riesce a ragionare con spirito di servizio e con la convinzione che con il lavoro si possano portare avanti attività di promozione e di reciproco scambio».

Nella storia dei bronzi e dei giganti, poi, ci sono molte analogie ma anche alcune differenze che caratterizzano questi due culture, entrambe frutto delle grandi civiltà del passato. «Ci sono aspetti che rendono questa operazione ancora più affascinante e ricca di suggestioni – continua Sudano –. I bronzi furono ritrovati nel 1972 mentre i giganti vennero alla luce qualche anno dopo. Ma devo dire che ciò che li accoma è l’alone di mistero che li circonda», ha aggiunto il direttore dl museo di Reggio Calabria che ha dialogato a lungo con il presidente della Fondazione Monte Prama, Antony Muroni, con il neo direttore Luca Cheri e con il direttore dell’area scientifica e didattica Giorgio Murru. «Spero di poter tornare presto in Sardegna e in particolare a Cabras perché ho letto e studiato le pubblicazioni sui giganti. È stata una scoperta archeologica di grandissimo livello che mi affascina. Lo dico anche perché noi avremo la possibilità, a breve, di far viaggiare le copie originali, le uniche copie autentiche e autorizzate dei bronzi di Riace», rimarca Fabrizio Sudano.

Molto soddisfatto il presidente della Fondazione Mont’e Prama, Antony Muroni: «Questa iniziativa non è solo un progetto espositivo ma rappresenta anche un ponte ideale tra la Sardegna e la Calabria, tra la civiltà nuragica e la Magna Grecia, e tra due scoperte che hanno ridefinito la nostra comprensione dell'arte e della storia antica. La mostra offrirà una prospettiva unica per approfondire la ricerca e il dialogo scientifico, consentendo a studiosi e al grande pubblico di cogliere affinità, differenze e influenze reciproche tra le culture che si affacciavano sul mare – ha detto Muroni che ha poi aggiunto– Siamo convinti che questo evento contribuirà a rafforzare la promozione dei rispettivi territori, inserendo con ancora maggiore forza la Sardegna e la Calabria nel circuito del turismo culturale internazionale. La nostra storia merita di essere raccontata insieme».

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