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Torres, il tecnico Pazienza esonerato: «Ho fatto di tutto per far rendere al meglio la squadra»

di Sandra Usai
Torres, il tecnico Pazienza esonerato: «Ho fatto di tutto per far rendere al meglio la squadra»

L’allenatore si è presentato in sala stampa dopo la sconfitta con il Carpi. Poi l’esonero

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Sassari Nel giorno dedicato ai defunti la Torres resta nell’oscurità di un’altra sconfitta casalinga e di una classifica da incubo. Tanto da far scattare l'esonero del mister a fine serata. Situazione surreale, visto che Michele Pazienza era arrivato regolarmente in sala stampa per commentare la gara e la situazione delicata che sta vivendo la Torres. Dalle sue parole niente faceva presagire lo stop della sua avventura sassarese e a proposito del rapporto con la società in un periodo così critico aveva detto: «Sono settimane di colloqui e confronti continui, mettendo sul tavolo tutti i problemi. Sono stato sempre libero di scegliere chi mandare in campo, senza guardare le carte d'identità (il riferimento è al minutaggio dei giovani, ndc), adottando un criterio di meritocrazia in base a quanto visto in allenamento. Ho sempre mandato in campo quella che ritenevo la formazione migliore».

Le scelte dell’allenatore non sono state però ripagate dai suoi giocatori e alla fine è arrivato un esonero che un'ora dopo la partita sembrava ancora una volta scongiurato. Queste le parole di Pazienza nel dopo Carpi, le ultime da guida tecnica dei rossoblù. «È difficile giustificare la sconfitta a mente calda, con l'amarezza e la rabbia che prevalgono. Ho visto una buona ora di gioco, dove la squadra ha prodotto opportunità in cui si poteva segnare. Purtroppo il gol che doveva sbloccare il risultato e altre situazioni, non è arrivato. E se non ci riesci è ovvio che poi si fatica e non se ne viene fuori».

La sintesi dell'analisi per l'improduttiva gara con gli emiliani, avversari onesti/modesti e nulla più, recita così: «Non ho visto la squadra in difficoltà, se non sul piano realizzativo». E la classifica più che piangere urla di disperazione. «Quando non si fanno punti l’attenzione resta su quello e penalizza il lavoro, sul piano mentale il periodo è difficile da gestire se mancano i risultati, ma qualcosa sta migliorando. Da un paio di partite si è cambiato sistema di gioco e di strategie, avendo in campo più giocatori di qualità abbiamo iniziato a produrre un gioco più propositivo, si crea di più, ma è chiaro che il gol ci manca tanto. E questo fa entrare in un circolo vizioso di discorsi, si vanno a cercare fantasmi che non esistono». Purtroppo per lui i citati fantasmi si sono materializzati subito dopo, mentre al fischio finale era scattata l'inevitabile e comprensibile contestazione dei tifosi. «Come la vivo? Con mortificazione e immensa rabbia, perchè sto provando in ogni modo a cambiare le cose e far rendere al meglio questi ragazzi, che hanno possibilità e mezzi per crescere. Ci sto provando davvero, in tutti i modi, per far emergere le loro qualità». Il tempo però è scaduto e questo difficile compito non sarà più il suo.

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