Studenti sotto pressione vittime di ansia e stress
Tra carico di compiti, rinunce e aspettative da parte degli adulti si moltiplicano i casi di depressione: la scuola diventi più umana
Gli studenti italiani sono sempre più soggetti a stress e ansia a causa della scuola, che sembra essere diventata il nuovo “serial killer” degli studenti. La pressione per eccellere, il carico di compiti e di verifiche e la competizione per entrare nelle Università e nel mondo del lavoro possono rivelarsi troppo pesanti per molti giovani, e in alcuni sono all’origine di depressione, ansia e pensieri suicidi.
Oltre allo stress scolastico, ci sono altri fattori di rischio , tra cui problemi di salute mentale, relazioni difficili e bullismo. Come se non bastasse a tracciare un quadro allarmante, i dati ci dicono che anche i genitori sollecitano i propri figli ad ottenere voti sempre più alti e, se questi non arrivano, scattano spesso le inutili punizioni. I ragazzi a loro volta faranno di tutto per ottenere buoni voti impegnandosi fino a perdere in alcuni casi il controllo della propria vita. Secondo l’Istat, il numero di studenti che si tolgono la vita a causa delle difficoltà scolastiche è in costante aumento negli ultimi anni: sono infatti circa 4000 i suicidi ogni anno e per la maggior parte si tratta digiovanissimi. In aggiunta, nel 2021 sono stati circa 220mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni che hanno dichiarato di essere insoddisfatti della propria vita.
Questo è un problema serio che richiede l'attenzione immediata sia da parte delle istituzioni educative che della società in generale. La cronaca recente ci riporta la notizia di una studentessa universitaria di 19 anni che ha deciso improvvisamente di suicidarsi dopo aver definito la propria vita “un totale fallimento”. Una vita spezzata in questo modo fa rabbrividire ed è inaccettabile che ciò avvenga a causa dell’esorbitante pressione a cui sono sottoposti ogni singolo giorno gli studenti. Bisogna fermarsi a riflettere sul fatto che ci sono tanti ragazzi non in grado di sopportare questa pressione.
È necessario che la scuola diventi un ambiente più accogliente per gli studenti e che offra ai giovani la possibilità di parlare con i professori senza il timore di possibili ritorsioni. Tutti gli insegnanti, dalle scuole elementari fino al massimo livello di istruzione, dovrebbero essere formati per riconoscere i segni dello stress e della depressione nei loro studenti ed essere in grado di aiutarli. Inoltre, il carico di compiti e di verifiche dovrebbe essere equilibrato in modo che gli studenti possano dedicare tempo sufficiente alla loro crescita personale e al benessere e non solo allo studio e ai compiti.
La società in generale deve comprendere l'importanza di un'educazione sana e sostenibile e deve capire in primo luogo gli sforzi dei ragazzi. La scuola, invece, non dovrebbe concentrarsi esclusivamente sui voti e non deve favorire la competizione per creare dei modelli perfetti di studenti. Al contrario, sarebbe opportuno che i docenti si focalizzassero sull’impegno che i ragazzi mettono nello studio, sul tempo impiegato per studiare, sulle ore strappate al sonno, e soprattutto sulla rinuncia a molte attività extra scolastiche.
dunque importante che la scuola riconosca gli studenti come singoli ragazzi e non come un insieme di persone, perché ognuno di loro ha una vita diversa, problemi diversi, tempistiche di studio diverse e soprattutto livelli di sopportazione dello stress maggiori o minori. Quindi gli adulti smettano di generalizzare e inizino a guardare i ragazzi negli occhi. In una scuola finalmente più umana forse non si dovrà più sentire che uno studente a 19 anni ha fallito nella propria vita.
*Sara frequenta il Liceo Scientifico Pira a Siniscola