La Nuova Sardegna

Oristano

La sentenza

Sindacopoli, corruzione e turbativa d’asta: tutti assolti

di Michela Cuccu

	In grande Tore Pinna, sotto da sinistra Pierpaolo Sau, Pietro Crobu e Rinaldo Pietro Arangino
In grande Tore Pinna, sotto da sinistra Pierpaolo Sau, Pietro Crobu e Rinaldo Pietro Arangino

La Corte d’appello di Cagliari ha ribaltato i pronunciamenti del tribunale di Oristano

2 MINUTI DI LETTURA





Oristano Tutti assolti. La corte d’appello di Cagliari ha infatti ribaltato le sentenze dei giudici del tribunale di Oristano che il 5 marzo dell’anno scorso avevano condannato per corruzione e turbativa d’asta (gli altri imputati erano stati assolti per sopraggiunta prescrizione) quattro degli imputati del processo scaturito dall’inchiesta “sindacopoli”.

La condanna più pesante, 7 anni e mezzo di reclusione, era stata per l’ingegnere di Desulo Salvatore Paolo Pinna. Per l'ex sindaco di Belvì, il 53enne Pietro Arangino i giudici di Oristano avevano pronunciato la condanna a 6 anni ; 4 anni invece per l'ex vicesindaco ed ex assessore ai Lavori pubblici di Ortueri, il 59enne Pietro Crobu; quattro anni e tre mesi era stata invece la pena per Pierpaolo Sau, 62enne, ai tempi sindaco di Tonara, dove nel 2020 era stato rieletto.

La Corte d’Appello di Cagliari (presidente Giovanni Lavena), accogliendo le richieste degli avvocati Daniela Russo per Salvatore Pinna; Massimiliano Ravenna per Pietro Arangino e Pierpaolo Sau; Gianfranco Sollai per Pietro Crobu e Marcello Sequi, ha ribaltato l’esito del procedimento penale figlio dell'inchiesta Sindacopoli-La Squadra, quella con cui la procura di Oristano, che coordinò il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Tonara e della Guardia di Finanza di Oristano, mise gli occhi su un giro di presunto malaffare.

Gli appalti pubblici, come aveva sostenuto il pubblico ministero Armando Mammone, erano diventati, nei comuni dell'ambito del Gal della Barbagia-Mandrolisai, la gallina dalle uova d'oro. Il legame tra amministratori pubblici e professionisti, secondo l'accusa, era il modo attraverso il quale incanalare sempre nella stessa direzione “amica” l'assegnazione delle progettazioni e dell'esecuzione di opere pubbliche. C'erano strade, impianti sportivi, piani idrogeologici, ristrutturazioni di edifici pubblici, impianti di illuminazione nell'elenco degli interventi messi in cantiere col passare degli anni. i professionisti passavano all'incasso riempiendosi le tasche di soldi pubblici sbaragliando la concorrenza in maniera costante ogni volta che c'era da partecipare a qualche gara d'appalto o c'erano da lavorare sotto la soglia minima che non prevede aste pubbliche. Ed è stato così che alcuni politici, sempre secondo l'accusa e ora anche secondo i giudici, potevano garantirsi una lunga e ben ripagata carriera nelle amministrazioni pubbliche.

Primo piano
Sardegna

L'addio a Gaia Costa, lo struggente canto di Sòleandro davanti alla bara

La sentenza

Sindacopoli, corruzione e turbativa d’asta: tutti assolti

di Michela Cuccu
Le nostre iniziative