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Non ci posso fare nulla, sono nata così e vi spiego perché essere arcobaleno è ancora difficile

di una ragazza *
Non ci posso fare nulla, sono nata così e vi spiego perché essere arcobaleno è ancora difficile

Conosco fin troppo bene il significato di bullismo e cyberbullismo, dopo averlo provato sulla mia pelle

04 marzo 2024
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Purtroppo so fin troppo bene il significato di bullismo e cyberbullismo, dopo averlo provato sulla mia pelle. Sono sempre stata una ragazza, ma anche una bambina, che rientrava nel contesto di normalità. Una cosa che conosco altrettanto bene è la sensazione di venire umiliati, derisi e trattati come oggetti da rompere per poi far in modo che si riparino da soli. Le medie non sono stati gli anni migliori della mia vita, li ricordo come tre anni di inferno. Ho fatto coming-out in seconda media. Anche se non ero sicura, volevo condividere una parte di me con le persone che vedevo tutti i giorni. Vidi facce stupite, qualcuna di approvazione, altre indifferenti, ma soprattutto ricordo facce schifate. Dopo una manciata di minuti, tutte le persone che avevano fatto quest'ultima espressione avevano la faccia illuminata dalla luce del telefono: oggetto che ho cominciato ad odiare. L'uscita da scuola quel giorno fu traumatica.

Già scendendo le scale sentivo il mio nome, quasi sempre accompagnato dalla parola “lesbica”. Le lacrime premevano per uscire, ma io non potevo mica piangere davanti a tutti, anche se era molto difficile ignorarli. Giorni dopo, alla fine di quella scalinata, sentii due mani sulla schiena e mi ritrovai per terra nel centro di un gruppo di cui non conoscevo nessuno. Una di quelle persone si mise davanti a me, e mi chiamò mettendomi un telefono davanti e vidi una mia foto, anche se non era la stessa che io stessa avevo scattato. Grazie a qualche applicazione di Photoshop, la foto era stata cambiata; mi avevano dato un aspetto rozzo aggiungendo tatuaggi e piercing. E poi alcune vignette, sì come quelle di un fumetto: "lesbica schifosa” dicevano. Questa volta non riuscii a trattenere le lacrime, mi alzai dolorante e me ne andai a testa bassa. Quella foto fece il giro della scuola e guardare i commenti era straziante. Fino alla fine della terza media quei commenti mi rimasero intessuti nella mente, e non c'era via di scampo perché erano lì, fermi lì, e per me era quasi una tentazione andare a leggerli.

Ho sempre odiato le persone che trovano la parte divertente del bullismo e del cyberbullismo, dopo la mia esperienza le odio di più. Penso che siano persone ripugnanti e senza un minimo di empatia. Sono ragazzi cresciuti male e la cosa che mi fa più paura è che non è neanche colpa loro. Se sono cresciuti così, è colpa della società.

*questa testimonianza è stata scritta da una studentessa sedicenne. Abbiamo tutelato con l’anonimato lei e le altre giovani che hanno scelto di parlare di casi personali
 

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