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Ragazzi e ragazze votate, i diritti non sono scontati

di Emma Maddaluno*
Ragazzi e ragazze votate, i diritti non sono scontati

L'astensionismo giovanile esige una seria riflessione

29 marzo 2024
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Articolo 1 della Costituzione Italiana: «L’Italia è una Repubblica democratica (...) La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».

Ma l’Italia è davvero democratica, oppure la politica è sempre più lontana da noi cittadini e soprattutto da noi giovani? Ad oggi, il tasso di astensionismo è il più alto mai verificato nella storia repubblicana.

25 settembre 2022, elezioni politiche, si sono presentati alle urne solo il 63,9% degli elettori, tra i giovani, in una fascia d’età compresa tra i diciotto e i trentaquattro anni, solo il 42,7%

Ma perché questo distacco fra giovani e politica? Studi affermano che i fattori determinanti sono: l’impoverimento culturale e l’abbandono scolastico; l’impossibilità di votare per i giovani fuorisede che non si possono permettere di tornare nel comune di residenza; la mancanza di loro rappresentanti in parlamento, poiché l’età media degli eletti è di cinquantadue anni.

Oppure non sarà che uno dei motivi è che i giovani non vengono ascoltati? Riprendendo lo studio sulle cause del distacco fra giovani e politica, gli elettori giovani rappresentano solo il 10% dei votanti, siamo cosi pochi che le istituzioni non ci ascoltano, ma ci zittiscono o censurano, come hanno fatto con due giovani artisti per aver difeso la pace e per aver definito l’immigrazione come risorsa e non come un problema. Ragazzi, alcuni poco più che bambini, privati da diritto di manifestare liberamente, quando non vengono trascinati in vicoli cechi, presi a manganellate dalle forze dell’ordine per poi finire in ospedale in un reparto di pediatria.

Siamo sicuri che questa sia democrazia e che il potere decisonale sia davvero del popolo? Articolo 48 della Costituzione Italiana: «Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico».

Il voto ancor prima di essere un dovere è un diritto della nostra Costituzione, che ci rende liberi di scegliere da chi essere rappresentati.

1882: per la prima volta nella storia italiana gli uomini,cittadini italiani,maggiori dei venticinque anni con un reddito elevato si recarono al voto. 10 marzo 1 926,1e cittadine italiane vennero chiamate per la prima volta alle urne, la possibilità di essere elette arrivò un anno dopo. 2giugno 1946, uomini e donne si presentarono al voto per decidere tra monarchia e repubblica e votò il 89,08% degli aventi diritto. Allora viene spontaneo domandarsi: vogliamo difendere la democrazia Italiana e fare in modo che sia rappresentativa di tutti e non solo di alcuni? La politica deve riguardare più persone possibili e le scuole devono far sì che sempre più giovani si interessino e si appassionino alla vita pubblica, in maniera tale da migliorare la nazione, avere un pensiero critico e non farsi manipolare. L’Italia è una Repubblica democratica, dovremmo votare e essere interessati tutti alla vita pubblica poiché prima era un privilegio di pochi, e ora che abbiamo questo diritto non diamolo per scontato privandoci dell’opportunità di votare per la nostra democrazia.

*Emma frequenta il liceo Garibaldi a LaMaddalena
 

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