La Nuova Sardegna

Intervista

Il sardo Michele Lissia sindaco di Pavia, la gioia dei genitori: «Orgogliosi di lui»

di Pietro Zannoni
Il sardo Michele Lissia sindaco di Pavia, la gioia dei genitori: «Orgogliosi di lui»

Mamma Gasperina e papà Giovanni hanno partecipato al giuramento del figlio

11 giugno 2024
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Calangianus La notizia che Michele Lissia era diventato il sindaco di Pavia è arrivata in paese facendo impazzire i cellulari. La casa di via Sabotino, dove vivono babbo Giovanni e mamma Gasperina Decandia si è trasformata in un centralino. Tutto Calangianus si è voluto complimentare con i genitori del neo primo cittadino per la perfomance del figlio oltre Tirreno. Mamma Gasperina con i suoi 74 anni e papà Giovanni con i suoi 85, una vita da artigiano del sughero, non stanno nella pelle dalla gioia. Mamma Gasperina non era voluta mancare la mattina alla basilica di Luogosanto ad accogliere i pellegrini a piedi del pellegrinaggio a piedi che fa da tre anni. «Certo che stavolta – racconta con un sorriso – ho chiesto alla Madonna una grazia particolare e visto come è andata posso dire che sono stata esaudita. Sì, un regalino qualcuno me l’ha fatto! Ma certo il mio Michele per arrivare lì ha affrontato un grande lavoro ma con tenacia è arrivato in alto». Così lunedì mattina all’alba i genitori di Michele Lissia sono partiti per Pavia, seguiti dalle quattro figlie (Silvana, Tea, Maria Paola, Ilaria con i rispettivi mariti) oltre alla zia Vittoria e qualche cugino per assistere al giuramento del neo sindaco. «Siamo più che felici – dice –. Felici e orgogliosi. Il suo traguardo ci onora. Michele quando era in paese non masticava politica, Da ragazzo faceva boxe. Poi si è laureato e si è inserito nella vita della città. Dieci anni fa si era impegnato di persona diventando consigliere comunale e poi segretario cittadino del Pd». Mamma Gasperina racconta gli esordi in politica di Michele. «Tutto iniziò quando partecipò ad un incontro. Non conosceva nessuno dei presenti, prese la parola e disse ciò che pensava. Per lui conta la serietà e la sobrietà. Parla di Calangianus come un paese forte e che gli ha regalato dei maestri di vita, uno su tutti il maestro di boxe Gesuino Sechi. Per lui Calangianus è un paese forte e solidale. Michele parla calangianese con amici e parenti, torna a casa per l’estate, e andiamo a Bados al mare. Sono orgogliosa che si sia imposto con intelligenza in una città in cui all’inizio era un forestiero. Michele dice sempre che i pavesi sono come i sardi, un po’ diffidenti all’inizio ma che ti danno il cuore quando ti conoscono. Inoltre si prodiga per gli altri, per i deboli, i fragili. Di certo anche lui ha ereditato l’insegnamento del nonno Mario Decandia. Ci auguriamo che prosegua con la sua modestia e tenga alto il nome di Calangianus».
 

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