La Nuova Sardegna

Stress scolastico

La salute mentale va difesa impariamo dalla Finlandia

di Viola Caddeo e Chiara Manconi*
La salute mentale va difesa impariamo dalla Finlandia

Giornate senza compiti o corsi dedicati alla gestione delle emozioni

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Negli ultimi anni si parla sempre più di salute mentale, ma a scuola questo temasembra ancora un tabù. Compiti, interrogazioni, pressione per il futuro: tutto pesa sulle spalle degli studenti, spesso senza un vero supporto. Il risultato di questi stati d’animo? Stress, ansia, a volte insonnia e, nei casi peggiori, anche depressione.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi il 70 per cento degli adolescenti sperimenta sintomi legati allo stress scolastico sia direttamente che indirettamente. Molti ragazzi si sentono costantemente sotto pressione, temono il giudizio degli insegnanti e dei genitori, vivono la scuola non come un luogo di apprendimento, ma come un campo di battaglia.

Eppure, nonostante queste situazioni siano frequenti, tnei programmi scolastici non si parla quasi mai di benessere psicologico.Il problema principale è che la scuola (in Italia e non soltanto) sembra focalizzarsi più sui risultati che sulle persone. Non si insegna a gestire l'ansia da prestazione, non ci sono spazi dedicati all'ascolto, e gli psicologi scolastici - dove sono presenti - spesso non sono in numero sufficiente per rispondere ai bisogni di tutti gli studenti che chiedono assistenza. In molti casi, chi soffre di problemi come ansia o attacchi di panico si sente incompreso, con il rischio di peggiorare la propria condizione.

Ma come si potrebbe migliorare la situazione?

In alcuni paesi, come la Finlandia, esistono già iniziative per ridurre lo stress scolastico, come giornate senza compiti o corsi dedicati alla gestione delle emozioni. In altri, ci sono spazi sicuri e confortevoli dove gli studenti possono parlare liberamente con professionisti di materie psicologiche. Anche l'Italia dovrebbe seguire questa strada. Per esempio, si potrebbero introdurre momenti di ascolto obbligatori con specialisti o creare “stanze della calma” in ogni scuola, dove chi si sente sopraffatto può prendersi una pausa senza essere giudicato per questo.

Molti pensano che l'ansia scolastica sia solo una scusa per evitare di studiare, ma bisogna assolutamente comprendere che non è mai così. Il problema è reale ed è stato ormai accertato che riguarda migliaia di ragazzi e ragazze. Noi che frequentiamo le scuole non siamo soltanto numeri o voti, non possiamo essere definiti dalle votazioni sul nostro rendimento tra i banchi della scuola. Siamo persone con sogni, paure e fragilità. In nome di tutto questo chiediamo con convinzione una scuola checi aiuti a costruire il futuro senza distruggere il nostro presente.
*Viola e Chiara studiano al liceo Spano di Sassari



 

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