La Nuova Sardegna

Alghero

L’Anpi scrive al sindaco: via la targa della vergogna

di Andrea Massidda
L’Anpi scrive al sindaco: via la targa della vergogna

L’Assopartigiani contesta la lapide ai caduti della seconda guerra mondiale «Chi diede la vita per un’Italia libera non può essere equiparato ai fascisti»

08 marzo 2013
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ALGHERO. I morti saranno pure tutti uguali di fronte a Dio e all’umana pietà, ma non davanti alla Storia, almeno a quella con la esse maiuscola. Così, secondo l’Associazione nazionale dei partigiani, trovare inciso in una lapide pubblica che durante la seconda guerra mondiale chi partecipava alla Resistenza e chi indossava la camicia nera ha indistintamente «donato la vita perché l’Italia fosse libera e giusta» è oltraggioso per il senso della verità. Morale: quella targa commemorativa che in piazza Porta Terra mescola antifascisti e repubblichini va subito rimossa o quantomeno sostituita con un'altra priva d’indicazioni, nella quale l’elenco delle vittime del conflitto voluto da Hitler e Mussolini sia preceduto da una semplice scritta: «Ai caduti algheresi nella seconda guerra mondiale». In anticipo rispetto alle polemiche che ogni anno scuotono la città all’approssimarsi della Festa dell Liberazione, la sezione locale dell’Anpi fa ufficialmente appello al sindaco di centrosinistra Stefano Lubrano e all’intero consiglio comunale affinché entro il prossimo 25 aprile si provveda a far sparire definitivamente quella che viene definita lapide della vergogna.

Verità storica. «Uno dei nostri scopi fondativi - spiegano dall’Anpi - è la difesa della memoria storica del Paese e, in modo particolare, della nuova repubblica democratica nata dalla Resistenza contro la dittatura fascista. Inoltre, visto che nel 2013 si celebra il settantesimo anniversario del bombardamento della città e dello sfollamento di migliaia di algheresi, è ancora più significativo ripristinare la verità storica anche nelle targhe commemorative dei caduti».

Differenze. Per l’Associazione del partigiani, «chi, più o meno consapevolmente, si rese complice, artefice, responsabile o esecutore di crimini contro la dignità della persona, chi praticò la negazione di qualsiasi libertà democratica, chi emanò leggi razziali e collaborò al rastrellamento di ebrei, oppositori politici, e cittadini ritenuti diversi rispetto ai dettami del fascismo non può essere accomunato a chi si è battuto contro la dittatura».

Bella Ciao. Vale la pena di ricordare che quella lapide fu voluta dall’ex sindaco del Pdl Marco Tedde, che nel 2008 conquistò ampio spazio nelle cronache dei quotidiani nazionali per aver suggerito alla banda musicale cittadina di non eseguire “Bella Ciao” durante i festeggiamenti per la Liberazione dal nazi-fascismo. Ecco il suo commento: «Quella targa ricorda tutti i figli di Alghero morti durante la guerra, molti dei quali ragazzini che non potevano disobbedire agli ordini. Inoltre, i dati presenti nella lapide ci sono stati forniti dal ministero della Difesa. Ma a parte questo - conclude Tedde - ritengo assurdo che in un momento di crisi economica così lacerante si perda ancora tempo in polemiche sterili».

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