La Nuova Sardegna

Alghero

Ristorazione algherese, stagione in chiaroscuro

di Pinuccio Saba
Ristorazione algherese, stagione in chiaroscuro

L’offerta è sempre più differenziata e in grado di accontentare tutte le tasche Buona la presenza del turismo straniero, reggono anche i clienti italiani

11 luglio 2013
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ALGHERO. Stagione in chiaroscuro e con analisi contrastanti da parte dei ristoratori algheresi. Proprio la ristorazione è stata uno dei punti di forza dell’industria turistica della Riviera del Corallo, con grandi picchi di qualità ma soprattutto con un’offerta estremamente diversificata in grado di andare incontro alle esigenze (e al portafogli) dei turisti. Proprio alla luce della tradizione della cucina algherese e dopo i dati diffusi dalla Sogeaal, la società che gestisce lo scalo aeroportuale e che segnalavano un’interessante incremento degli arrivi, c’era da capire se almeno una parte di quegli “arrivi” si è fermata ad Alghero e se ha lasciato qualche soldino nelle casse delle imprese di ristorazione.

Come detto il giudizio è altalenante, anche se non mancano i segnali positivi. «Da un mese è come se fossimo in pieno agosto – è l’istantanea di Mauro Parsani, gestore del ristorante del Lido –. Sembra di essere tornati ai bei tempi quando eravamo costretti ad assumere una persona che doveva occuparsi esclusivamente delle liste d’attesa». È invece di parere opposto Antonio Costantino, del ristorante “Acquatica”, nel porto storico. «C’è un calo piuttosto sensibile rispetto allo scorso anno – spiega –. E la cosa si spiega facilmente se si capisce dove vadano a finire gli “arrivi” e soprattutto la tipologia dei nuovi turisti. Mi spiego meglio: molti turisti scelgono la formula dell’all inclusive, praticamente inesistente ad Alghero. E appena sbarcano all’aeroporto, si dirigono a Castelsardo, a Platamona o in qualunque altra località che propone questo tipo di offerta. Alghero è così doppiamente penalizzata perché non va dimenticato che questa città offre il più vasto mercato delle case in locazione estiva. E chi, con famiglia numerosa, sceglie di restare ad Alghero, difficilmente si reca in ristorante».

Non ci sono toni trionfalistici, ma neppure grida di disperazione al “Le Noveau Gourmand”, tavola calda e gastronomia che si affaccia sul grande parcheggio di piazza Della Pace. «Calma piatta, nel senso che all’aumento degli arrivi in aeroporto non c’è stato alcun incremento della nostra clientela – spiega la titolare, Lina “Signora Lina” Ambrosanio –. Fortunatamente lavoriamo bene con i turisti che risiedono ad Alghero. Fino allo scorso anno i pullman (la fermata dei bus turistici è di fronte al locale, ndc) scaricavano decine di persone che visitavano la città e molti di loro si fermavano da noi. Adesso li vediamo scendere dal pullman, si appoggiano al muretto del parcheggio e consumano le il sacchetto da viaggio fornito dall’hotel che li ospita. Per non parlare poi dei crocieristi che ad Alghero neppure si fermano, ma raggiungono altre località».

Stagione positiva, decisamente positiva, per uno dei templi della ristorazione algherese, “Il Pavone”, locale che resta aperto tutto l’anno. «Sta iniziando a girare bene e da almeno un paio di settimane – spiega lo storico titolare Domenico Caria –. Finalmente stanno arrivando i turisti, soprattutto grazie a Ryanair, e questo ha facilitato il nostro lavoro. Indubbiamente non è come negli anni d’oro del turismo algherese, ma quando si lavora con passione e si punta sulla qualità i risultati arrivano. Ovvio che un po’ tutti abbiano risentito della crisi, ma la crisi è internazionale e popi in 35 anni di attività siamo riusciti a crearci una clientela affezionata che non ci ha mai tradito. E non parlo solo dei sassaresi o dei cagliaritani (letteralemnte innamorati di Alghero) ma mi riferisco a tutti i turisti italiani e stranieri che da tempo hanno scelto di trascorrere le loro vacanze ad Alghero».

Sì, gli stranieri. Gioie e dolori di albergatori e ristoratori. «Non ci possiamo lamentare – sostiene Mauro Parsani –. Quest’anno, poi, c’è da registrare l’incremento della presenza dei francesi, che vanno ad aggiungersi agli ospiti tradizionali, come quelli che provengono dal nord Europa o dall’Inghilterra mentre dobbiamo registrare una diminuzione degli ospiti spagnoli». Per Lina Ambrosanio «non ci sono grandi differenze rispetto allo scorso anno» mentre Domenico Caria sottolinea che «oltre ai tradizionali flussi turistici come quello proveniente dalla Gran Bretagna, quest’anno abbiamo avuto la sorpresa dei tanti olandesi e dei molti svedesi. Ora, però, dobbiamo guardare al futuro anche a breve termine, e sperare in una stagione positiva che arrivi fino a settembre e ottobre. Alghero ha le potenzialità e capacità professionali per accogliere questi flussi turistici e se ci fossero trasporti (navali) degni di questo nome, probabilmente i risultati sarebbero stati migliori» . Una voce fuori dal coro è invece quella di Antonio Costantino. «Dobbiamo analizzare la tipologia dei nuovi turisti – spiega –, una tipologia profondamente diversa da quelle degli anni passati. Molti turisti chiedevano di spendere poco e negli ultimi dieci anni Alghero ha puntato su pizza e bed e breakfast. Logico che ancora adesso il mercato indirizzi quella tipologia di turisti sulla nostra città. Invece sarebbe necessario puntare sulla qualità, su un’offerta medio-alta in grado di trainare un flusso turistico di fascia superiore».

Giudizi contrastanti su questa strana stagione turistica, con un mese di giugno da dimenticare, e con un futuro che appare nebuloso ma nel quale si intravede qualche sprazzo di luce.

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