La Nuova Sardegna

ALGHERO. «La povertà ruba la vita a tanti». È il grido preoccupato lanciato dal vescovo di Alghero-Bosa per richiamare l’attenzione di tutta la comunità diocesana sui drammi dei senza lavoro, degli emarginati, del numero sempre crescente delle persone vittime della «cultura dello scarto». Fin dal suo arrivo, tre anni fa, monsignor Mauro Morfino ha costituito, inizialmente con i regali arrivatigli per la sua ordinazione vescovile, il Fondo episcopale di solidarietà, che nel 2013 ha assistito 83 famiglie per un importo totale di 85mila euro. L’appello del presule chiude e concretizza gli impegni che la “Chiesa del grembiule” sollecita a tutti i cristiani per non far passare inutilmente la prossima Pasqua. «L'anno scorso - dice Morfino nel messaggio quaresimale - vi scrivevo che le povertà, tristemente, sono sempre al plurale. Oggi vi dico che questo plurale si gonfia e si moltiplica a dismisura, crea vittime, cancella dignità, strappa il sorriso e il sonno a troppi». Nel documento quaresimale il vescovo-biblista passa in rassegna e spiega tutta la simbologia dei gesti compiuti da Gesù durante la Passione. Uno dei più significativi è la lavanda dei piedi, che «deve concretizzarsi» in affetti, relazioni, servizi. «Per vivere da fratelli - aggiunge Morfino - non possiamo aspettare di diventare ricchi, non possiamo invocare tempi più prosperi, non possiamo tergiversare perché qualcuno ci potrebbe marciare. Se vogliamo lavare realmente i piedi a qualcuno diffidiamo, come dice Papa Francesco, dell’elemosina che non costa e non duole».

Per fermare questa «pluralità omicida», Morfino ricorda alla chiesa diocesana che il 6 aprile sarà celebrata la “Giornata per il fondo episcopale di solidarietà". Tutte le offerte raccolte durante ogni messa in ciascuna parrocchia e in tutte le chiese destinate al culto divino, confluiranno nel Fondo. Ogni comunità parrocchiale riceverà le buste dove ciascun fedele potrà mettere «ciò che il Signore ispirerà».

Mario Girau