Guerra dei tavolini, è tregua armata
I vigili urbani, prima di intervenire, attendono che l’11 giugno il Tar si pronunci definitivamente sul caso del Milese
ALGHERO. Sul suolo pubblico da ieri è calata una sorta di tregua armata. A mettere in stand-by la famigerata guerra dei tavolini ci ha pensato la sospensiva del Tar di Cagliari. Il tribunale infatti ha congelato provvisoriamente l’ordinanza del comandante della municipale Guido Calzia che darebbe una taglio netto (la metà esatta) ai metri quadri esterni destinati al Milese. Il Tar si pronuncerà ufficialmente l’11 giugno, e perciò fino a quella data i titolari di ristoranti potranno stare tranquilli. Nessuna sedia verrà spostata. E infatti anche Stefano Delrio, proprietario della paninoteca-pizzeria San Ramon, ha aperto catene e lucchetti, e dato che c’era ha riaperto anche lo stomaco, interrompendo lo sciopero della fame. Poi per tutta la mattina è stato un tira e molla con i vicini di piazza Garibaldi, nel tentativo di negoziare, centimetro per centimetro, il riposizionamento del proprio gazebo.
Però, come già detto, si tratta di una piccola parentesi di pace. Infatti il Comune non ha alcuna intenzione di fare un solo passo indietro. In questi anni la colonizzazione del suolo pubblico, complice naturalmente l’amministrazione, è stata selvaggia. Si è passati dalla norma del chi ha meno spazio dentro, si può espandere più fuori, a quella del quanto hai dentro, così hai all’esterno. E infine l’ultimo regolamento, quello entrato in vigore nel 2011, che il comandante della polizia locale Calzia ha tutta l’intenzione di far rispettare: è la proiezione del portone di ingresso a delimitare l’area di pertinenza esterna del locale. Perciò se possiedi un portone e una vetrata ampia, lo spazio prospicente che ti spetta sarà più ampio. Questo naturalmente se il marciapiede consente la convivenza dei tavolini e dei pedoni. «Fino ad ora – spiega Calzia – l’applicazione delle regole è stata molto elastica e i titolari dei locali hanno fatto quello che volevano. Ma nel momento in cui li metti di fronte a delle norme precise e gli chiedi di rispettarle, rinunciando a privilegi arbitrari che non gli spattano di diritto, allora si arroccano, si rivolgono alla Procura pur di non fare un passo indietro. Ma il regolamento c’è, e io ho il dovere di farlo rispettare». I commercianti storcono il naso di fronte allo zelo e soprattutto alla tempistica: «Perché svegliarsi proprio all’arrivo dell’estate? – chiedono – perché infierire in un momento di grossa difficoltà economica? Perché non aspettare il nuovo Consiglio comunale?». Perché, risponde l’amministrazione, la situazione è sfuggita di mano e va riorganizzata. E i tavolini apparecchiati in piazza Garibaldi sono un caso emblematico: il gazebo di un locale posizionato davanti all’ingresso dell’altro, e una totale deregulation nel suolo pubblico.