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Alghero, gli albergatori: sui fondi Ue da restituire intervenga la Regione

Stefano Visconti, presidente di Federalberghi
Stefano Visconti, presidente di Federalberghi

Il presidente di Federalberghi Stefano Visconti chiede una soluzione extragiudiziale. In ballo 35 milioni di finanziamenti ricevuti da 28 hotel

17 luglio 2015
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ALGHERO. «È una situazione grave, queste imprese devono pagare per essersi fidate del legislatore, è paradossale pretendere che gli imprenditori siano più competenti e informati su un bando pubblico rispetto a chi lo emana». Stefano Visconti è il presidente della Federalberghi Confcommercio del Nord Sardegna e del consorzio turistico “Riviera del Corallo” e gestisce due alberghi ad Alghero, il Catalunya e il Punta Negra.

Da operatore e da rappresentante di categoria conosce bene la vicenda che loro malgrado ha per protagonisti 28 albergatori sardi - due dei quali affiliati al consorzio, tre solo ad Alghero e più della metà sparsi tra Nord Ovest Sardegna e Gallura - che il tribunale civile di Cagliari ha condannato alla restituzione di 35milioni di euro per i contributi ottenuti nel 2002 e ritenuti illegittimi nel 2008 dalla Commissione europea.

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I finanziamenti non potevano essere usati per lavori precedenti la domanda di contributo, ma gli albergatori non lo sapevano, nel bando non era specificato.

«Sono imprese sane, ancora in attività, che non vivono di finanziamenti, garantiscono 4300 posti letto e mille buste paga, producono 40milioni di euro – dice Visconti –. Quei soldi sono stati usati correttamente per le finalità del bando, è grottesco lo scaricabarile della Regione ed è avvilente che in dodici anni non ci abbia mai voluto sentire». L’appello di Federalberghi è chiaro. «Esistono gli strumenti per risolvere la situazione in via extragiudiziaria – conclude Visconti –, la Regione si faccia carico delle proprie responsabilità e salvi queste imprese, o sarà un disastro».

L’emanazione di una norma che metta fine alla vicenda è la proposta avanzata anche dai legali delle imprese interessate.

«Nei giorni scorsi le imprese da noi rappresentate hanno presentato alla Regione un’istanza affinché i contributi che dovrebbero restituire vengano considerati come contributi de minimis ai sensi della normativa comunitaria, e perciò legittimi», spiega l’avvocato Giovanni Dore, che insieme ai colleghi Giovanni Dore e Fabio Ciulli difende 18 dei 28 albergatori. «Recentemente la Regione ha adottato una soluzione analoga per salvare dall’obbligo di restituzione le imprese agricole che avevano ottenuto i contributi della legge regionale 44 – chiarisce il legale – anche quel finanziamento era stato ritenuto contrario alle norme comunitarie, ma la Regione, considerandoli come de minimis, ha evitato agli agricoltori di doverli restituire, faccia così anche con gli albergatori». (g.m.s.)

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