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Guerra dei tavolini, il Comune di Alghero ci ripensa

Controlli della polizia municipale
Controlli della polizia municipale

Grazie alla mediazione di Confcommercio, non ci saranno ricorsi al Tar. Già rilasciate 120 concessioni

23 luglio 2015
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ALGHERO. Confcommercio ha già vinto la sua battaglia, gli esercenti che stavano aspettando un parere sulla propria domanda di concessione del suolo pubblico – ma che nel frattempo si sono trovati i vigili urbani in casa e una bella contravvenzione per essere sprovvisti di concessione – non dovranno rivolgersi al Tar per far valere le proprie, lampanti ragioni. L’appello alla ragionevolezza lanciato ieri da Massimo Cadeddu, presidente di Confcommercio Alghero, nei giorni scorsi era stato già fatto proprio dal Comune. Nessuno lo conferma ufficialmente, ma a Sant’Anna sono intenzionati a riconoscere che si sia trattato di un errore e a tornare sui loro passi.

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Ma la querelle legata alla concessione del suolo pubblico per bar, ristoranti e altri esercizi commerciali che vogliono spostare la propria attività all’esterno dei propri locali è tutt’altro che risolta. Per esempio, guai a pensare che i buoni siano tutti da una parte e che i cattivi siano tutti radunati negli uffici della pubblica amministrazione. Chi non ha la minima intenzione di passare per cattivo è l’architetto Alberto Marrone, dirigente comunale, responsabile del settore che sovraintende su Commercio, Attività produttive, Sportello unico e Demanio comunale e concessioni. «È vero che siamo partiti tra i problemi prodotti dalle difficoltà interpretative del nuovo regolamento, ed è altrettanto vero che la rivisitazione della macrostruttura dell’ente è stata fatta solo a fine febbraio e anche questo ha inciso sul ritardo rispetto al normale iter delle concessioni», spiega Marrone. Un altro problema è stato rappresentato dal fatto che il nuovo regolamento ha introdotto nuove prescrizioni tecniche, come nel caso degli arredi, o delle regole per le piazze, con relativo trasferimento di informazioni agli uffici regionali, alle soprintendenze e così via. «Se qualcuno pensa che certi passaggi siano così automatici e immediati si sbaglia», aggiunge l’architetto, secondo il quale le eventuali colpe della struttura di cui è a capo si fermano qui. «La verità è un’altra – dice schiettamente – e cioè che il cambiamento non sempre è ben accetto». E afferma il dirigente del demanio comunale: «Su 200 domande di concessione, quelle inviate ai nostri uffici prima dell’approvazione del nuovo regolamento erano davvero una minima parte ma molti operatori si sono totalmente disinteressati del fatto che le regole fossero cambiate». Nonostante tutte queste difficoltà, «a oggi abbiamo definito e rilasciato 120 autorizzazioni», conclude Marrone. Il problema dei tavolini all’aperto sembra a un passo dalla soluzione. (g.m.s.)

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