La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, due locali chiusi per rissa: «Questore troppo severo»

di Gian Mario Sias
Alghero, due locali chiusi per rissa: «Questore troppo severo»

Operatori, politici, associazioni e cittadini sono unanimi: «Punizione eccessiva». Ricorso degli avvocati del Maracaibo per la sospensione del provvedimento

15 agosto 2015
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ALGHERO. Nell’estate che passerà alla storia per l’intromissione dei questori italiani nelle notti di musica e di festa, Alghero rischia di essere annoverata a livello nazionale per il provvedimento più contestato. Dalle istituzioni agli addetti ai lavori, dalle associazioni di categoria agli operatori economici, sino ad arrivare alla gente comune: per “radio movida” nessuno è disposto ad alzare un dito in difesa del questore Pasquale Errico che ha disposto la chiusura per due settimane del Kelu e del Maracaibo. I due chioschi del lungomare di San Giovanni hanno trasformato le abitudini notturne della Riviera del Corallo, spostando sul lungomare chi ama tirare sino a tardi.

Il provvedimento è arrivato dopo la rissa di lunedì notte, protagonisti tre turisti svizzeri e altre cinque persone, forse algheresi. La zuffa – durante la quale uno dei tre turisti ha subito la frattura della mandibola destra a causa di un pugno rinforzato dalla fibbia di una cinghia – è avvenuta nei paraggi dei due locali. Troppo vicina ai due bar per non condannarli per responsabilità oggettiva.

Ad Alghero la decisione del questore è vissuta come l’ennesima mazzata di una stagione dai grandi numeri e dai mille problemi, tra scherzi del calendario, feste annullate e discoteche chiuse. Questa vicenda mette tutti d’accordo. «Dopo quanto accaduto al Music Wellness, l’evento organizzato da noi e sospeso a metà, ci privano di nuovo del diritto di lavorare, pur avendo tutte le autorizzazioni necessarie», sbottano i fratelli Marco e Claudio Cassitta, titolari della Lime Corporation, agenzia per l’organizzazione di eventi che collabora col Maracaibo. «Un atto terroristico contro la professionalità, l’occupazione, il sano divertimento e l’evidente successo imprenditoriale», insistono prima di porre un dubbio. «Chi risponderà di questa assurda vicenda? Chi risponderà a 50 ragazzi disoccupati a due giorni da ferragosto?».

Ieri i gestori e i rappresentanti di categoria sono stati ricevuti dal sindaco. «Stiamo dalla parte di chi lavora e di chi fa impresa nelle regole e per loro operiamo», ha assicurato Bruno. «Il provvedimento punisce in maniera dura le due attività», dice il presidente di Confcommercio Alghero, Massimo Cadeddu. «Questo episodio faccia riflettere tutti sul rispetto delle regole e sul ruolo dei gestori – aggiunge – devono educare i clienti a uno svago più responsabile». La misura «appare eccessiva» anche al consigliere regionale Marco Tedde. «Il sindaco tuteli le imprese e i lavoratori, si intervenga col questore per chiedere una rimodulazione appropriata del provvedimento». Subito però, conclude l’ex sindaco, «perché oggi è già troppo tardi». Intanto gli avvocati Davide ed Emanuele Govoni, che tutelano i gestori del Maracaibo, hanno presentato ricorso al prefetto e al questore per la sospensione del provvedimento.

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