La Nuova Sardegna

Alghero

Regione, silenzio sui due progetti di gestione del porto

di Gianni Olandi
Regione, silenzio sui due progetti di gestione del porto

C’è il timore che i privati scelgano di investire altrove Gli imprenditori pronti a sborsare fra i 20 e i 25 milioni

22 novembre 2015
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ALGHERO. Chissà per quale oscura ragione ogni volta che si possono creare le condizioni per avviare un percorso di sviluppo a Nord Ovest della Sardegna, il cammino diventa talmente tortuoso da comportare tempi di attuazione tragici. Due esempi su tutti, i più clamorosi: le tenute di Surigheddu e Mamuntanas e il Palazzo dei Congressi di Maria Pia.

Ora sembra avviarsi alla stessa tempistica anche la riqualificazione del porto e, in particolare l’assegnazione della gestione dell’area portuale attraverso un bando pubblico di gara. Da quasi due anni una società che ha presentato un progetto di gestione non riceve risposte e recentemente a quel progetto se ne è aggiunto un altro di estrazione locale. Le due concorrenti al bando di gara regionale, ancora presunto, sono la Marinedì e il Consorzio del Porto. La partita è nelle mani del Demanio regionale ma fino a oggi non è giunta alcuna espressione da parte dell’ente che ne ha la diretta competenza lasciando stazionarie ogni ipotesi di cambiamento, e anche di sviluppo, nel limbo della burocrazie e delle attese infinite. All’affidamento ai privati delle aree portuali per la loro gestione si giunge attraverso normative comunitarie, nazionali e regionali ma i tempi per concretizzare questo principio condiviso di privatizzazione si stanno rivelando biblici al punto da mettere a rischio anche le stesse potenzialità finanziarie di investimento nell'area.

Senza voler entrare nel merito delle progettualità presentate vale la pena ricordare che si parla di investimenti tra i 20 e i 25 milioni di euro, di nuovi servizi, aumento di posti barca, di interessanti opportunità di tipo occupazionale. Un percorso quindi di sviluppo che non può che provocare favorevoli ricadute nel tessuto socio economico del territorio oltre a offrire nuovi servizi al comparto della nautica da diporto. Comparto che gli indicatori di settore danno in costante crescita e che potrebbe trovare proprio sulla Riviera del Corallo, con la qualificazione dell'offerta dei servizi, un punto di riferimento estremamente importante anche per la posizione baricentrica nel bacino del Mediterraneo, di una realtà storico culturale rappresentata dalla “vella Alguer” e di un aeroporto a pochi chilometri dalle banchine. Tra l’altro investimenti privati di quella portata contenuti nelle progettualità presentate dalle due società concorrenti alla gestione del porto, rivolti anche alla riqualificazione di servizi di interesse generale, non si sono mai conosciuti nel bacino sotto le mura aragonesi dove si è praticato da sempre il vecchio adagio di socializzare i costi e privatizzare i guadagni.

Desta quindi perplessità il persistente ritardo nella decisione che deve assumere il demanio regionale ed è forte il timore che il trascorrere del tempo possa determinare ripensamenti o, peggio, la destinazione degli investimenti finanziari verso altre realtà, magari dello stesso comparto della nautica da diporto, forse meno complesse di quella algherese.

Per il futuro del porto e lo sfruttamento delle sue potenzialità, sarebbe un’altra occasione perduta.

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