La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, otorinolaringoiatria condannata alla soppressione

di Gian Mario Sias
Alghero, otorinolaringoiatria condannata alla soppressione

Un gruppo di cittadini protesta contro la cancellazione dell’unità operativa: «Un delitto perdere un reparto così prezioso»

19 dicembre 2015
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ALGHERO. «Otorinolaringoiatria è un’eccellenza, è assurdo che venga cancellata dalla riforma della sanità sarda». La protesta parte dal basso. A gridare allo scandalo sono i cittadini. Un gruppo di semplici cittadini che senza alcuna sigla, nessun titolo, nessuna affiliazione ha deciso di protestare «per il grosso rischio che corre l’unità operativa complessa dell’ospedale civile di Alghero».

Chi è lontano dalla Riviera del corallo e dal Nord Ovest Sardegna potrà pensare che si tratti della solita lotta di campanile, della pretesa di ogni territorio, città o paesino di sentirsi centro, di avere più diritto di altri a essere esonerato dal ridimensionamento previsto dalla riorganizzazione della rete ospedaliera regionale.

Ma le argomentazioni usate questa volta dagli autori della protesta danno l’impressione che almeno in questo caso si stia davvero commettendo un errore. «In quel reparto la professionalità, l’umanità, l’accortezza e la gentilezza sono di casa», spiegano i contestatori per difendere Otorinolaringoiatria.

«L’eccellenza nel trattamento delle patologie, affrontate con serietà estrema – dicono – stridono con la proposta di riforma della sanità sarda, che prevede il declassamento della struttura algherese e quindi l’eliminazione di quella Uoc».

A conferma che sull’argomento sono piuttosto preparati, non temono di entrare nel dettaglio. «Dall’attività ambulatoriale a quella dell’unità di degenza, passando per l’impegno nella formazione scinetifica – riferiscono – eppure tutto rischia di saltare per una riforma che non trova il modo di tenerne conto».

L’equipe medica guidata dal primario Sebastiano Carboni è composta da quattro medici, sedici infermieri, un audiometrista, un logopedista e tre ausiliari. Eppure la fine di questa esperienza sembra qualcosa di più di un rischio. «È un fatto ineludibile», afferma senza il benché minimo entusiasmo il direttore dell’unità. «È chiaro che dispiace molto – aggiunge il medico – ma fermo restando il declassamento dell’ospedale la chiusura di Otorinolaringoiatria è inevitabile».

Sebastiano Carboni non intende innescare polemiche e non entra nel merito delle scelte regionali, ma una semplice riflessione se la concede. «Il reparto è organizzato per garantire servizi e prestazioni di cui altri presidi non dispongono – dice – a iniziare dal centro per lo studio, la diagnosi e la terapia, anche chirurgica, dei disturbi respiratori ostruttivi in sonno». Che dopo la riforma il Nord Sardegna non avrà più.

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